La causa tutta italiana dal sapore di class action all’americana è finalmente arrivata a un punto fermo e vede ADUC perdere contro MicroSoft nella richiesta di un rimborso per le licenze OEM dei sistemi Windows preinstallati su pc nuovi.
Mentre la causa fiorentina contro HP aveva visto vincere l’Associazione, permettendo così al cliente di vedersi emettere il rimborso richiesto, il procedimento contro MicroSoft Srl si è concluso con un sonoro tonfo da parte di ADUC che adesso si vede imputare anche il costo di tutte le spese processuali sostenute.
Per chi non ne fosse al corrente ricordiamo che da anni molte aziende hanno preso di mira il colosso di Redmond imputandogli pratiche di vendita scorrette e tutte a danno dei produttori software più piccoli.
Da dove parte la questione? Dalla semplice fornitura di Windows Media Player e InterNet Explorer all’interno del sistema operativo. L’azienda si è vista più volte accusata di invogliare l’utente finale a non cercare soluzioni alternative in quanto già disponibili all’interno del sistema operativo.
Se invece MS non avesse installato tali programmi probabilmente sarebbe stata accusata di non fornire gli strumenti necessari a un’immediato utilizzo del pc anche da parte di utenti meno esperti.
Ma quel che mi domando adesso è: nessuno pensa ad Apple con Safari? Non esistono forse altri browser per MacOS?
Tornando alla questione tutta italiana ADUC, avendo incassato la sconfitta, si appresta a ricorrere in appello. Ma, al contempo, si vede costretta a indire una raccolta fondi per far fronte alla grossa cifra che le è stata imputata. Probabilmente l’associazione non si aspettava di perdere la causa ma la questione mi lascia molto perplesso riguardo la mentalità di quello che reputavo l’italiano medio e che invece si sta dimostrando un abitante medio del pianeta terra.
Sono forse l’unico a non aver mai pensato al rimborso da parte di MicroSoft? Eppure ho installato Linux sul portatile rimuovendo Windows…
Possibile che davvero l’utente italiano di pc possa pretendere un rimborso imputando a MS la presenza del suo OS? MicroSoft, giustamente, risponde che ci sono tante altre scelte senza sistema operativo. Ma la domanda che mi pongo adesso è un’altra: gli utenti che hanno intentato la causa hanno REALMENTE riconsegnato le licenze del sistema operativo?
Hanno dimostrato di non averne un’installazione sul pc cui era assegnata la licenza?
Ritengo sia veramente pazzesco intentare una causa simile con la sola “speranza” di poter vincere davanti ad un gigante delle dimensioni di MicroSoft.
Dal lato economico poi stiamo parlando di una manciata di euro e la cosa diviene ancor più ridicola. Si acquista un portatile o un desktop da svariate centinaia di euro chiedendone poi indietro una trentina? Perchè non sono state scelte macchine senza sistema operativo?
Ne esistono di tutte le razze, AlienWare in primis se si cerca qualcosa di davvero performante. Ma no, in Italia dobbiamo distinguerci andando a cercare quello specifico pc che ci piace per chissà quale assurdo motivo e a causa del quale ci sentiremo vittime di MicroSoft che ci ha “propinato” il suo sistema. E tutto questo per trenta euro?
E ADUC si è messa a fare la voce forte per far avere in rimborso trenta euro ai propri assistiti. Senza minimamente considerare che avrebbe potuto perdere…
Adesso mi domando: se gli assistiti adesso avessero capito che non è il caso di proseguire in appello (e quindi non volessero partecipare alla raccolta fondi per pagare le spese processuali sostenute da ADUC) come pagherà l’associazione le decine di migliaia di euro richieste dal tribunale italiano?
Finiremo con cause in cui si chiederà un rimborso per il tempo di connessione impiegato a scaricare Ubuntu la cui ISO è troppo pesante?
Non sorridete, siamo in Italia.