Ormai tutti i produttori di sistemi operativi per dispositivi mobili hanno adottato un proprio market. Praticamente su qualsiasi piattaforma, avremo quindi la possibilità di arricchire le funzionalità del nostro smartphone “on the fly”, scaricandole direttamente sul telefono.
E’ interessante affrontare, seppur in forma sommaria, una analisi delle varie offerte tra le quali, senza sorpresa, spicca l’Apple Store in virtù anche della sua età e del conseguente numero di sviluppatori.
La prima slide mostra le dimensioni espresse in numero di applicazioni disponibili nei vari markets; notiamo subito lo smisurato grafico di Apple ma, quasi a sorpresa, ecco che Android si fa strada staccando, anche di molto, gli altri concorrenti.
Possiamo contare 150.000 applicazioni per Apple Store contro le 20.000 dell’Android Market.
Interessante notare anche quanto l’offerta cresca nel tempo. Anche in questo caso è Apple a farla da padrona con ben 13.000 applicazioni mensili, seguita da Android con circa 3.000 applicazioni. Quindi Nokia e BlackBerry a chiudere la classifica.
Manca all’appello MicroSoft presumiamo per la giovane età del proprio market e l’attuale conseguente scarsa offerta.
Interessante in questo grafico il rapporto tra applicazioni a pagamento e applicazioni gratuite. Questa volta il trend si inverte a favore di Android, ma questo è dovuto alla natura open source del progetto.
Android vanta un bellissimo 57% di applicazioni gratuite, Palm 32%, App Store 25%, Blackberry 24%, Windows 22% e Ovi 15%.
Infine, riportiamo il prezzo medio per applicazione dei vari markets e store. In questo caso ci troviamo davanti uno scenario bizzarro: sebbene Android Market vanti il maggior numero di applicazioni free, il prezzo medio di quelle a pagamento è di 3.27$, valore che lo piazza al secondo posto alle spalle di Palm con 2.53$.
Ne emerge che le applicazioni Android siano più care rispetto alle Palm, ma la grande offerta di software gratuiti colma in modo quasi naturale il divario. Risulta invece lo store di BlackBerry il più caro seguito da MicroSoft.
Ci scusiamo per la scarsa qualità delle slide riportate, ma non è stato possibile reperirle in risoluzione più alta.