Dato che il tribunale cui Apple si era rivolta per il blocco delle vendite di alcuni dispositivi Nexus temporeggiava, la casa della mela ha deciso di intraprendere un’altra strada rivolgendosi direttamente ai rivenditori. Tentativo di dribbling che personalmente mi auguro possa fallire per non creare un precedente.
I destinatari della lettera di Apple sono infatti distributori e rivenditori privati senza tralasciare gli operatori. I tempi del processo sono indubbiamente lunghi e a Cupertino hanno deciso di abbreviarli rivolgendosi direttamente a chi distribuisce il materiale in corso di esame.
Purtroppo, i rivenditori temono di perdere la possibilità di commercializzazione dei prodotti a marchio Apple. Molti di loro, tra cui alcune grandi catene, hanno così deciso di ottemperare alle richieste contenute nelle due pagine ricevute. E di accettare i motivi per i quali Galaxy Nexus e Nexus 7 non debbano essere venduti.
Secondo Cupertino, infatti, i rivenditori che non sospendono le vendite vanno contro l’ordinanza del tribunale, ordinanza peraltro sospesa.
In tutto questo ovviamente la parte lesa principale risulta Samsung per le solite violazioni di brevetti quantomeno improbabili; tra questi voglio ricordare lo sblocco con un dito trascinando un’icona da sinistra a destra.
E quindi se il tribunale reputasse Apple vincente per le motivazioni apportate ai fini dell’ottenimento del blocco? Samsung si vedrebbe allora costretta all’esborso di una notevola somma in virtù della violazione di tali brevetti.
Vorrei però mettere in luce un altro aspetto che in molti non avranno considerato; ossia il fatto che Apple potrebbe perdere e non riuscire a bloccare la distribuzione dei Nexus “copioni”.
Sarebbe interessante vedere tutti i rivenditori che hanno seguito le intimazioni di Apple fare causa alla stessa Apple per perdita ingiustificata di profitti. Certo è una loro scelta sospendere le vendite dei prodotti; sappiamo però tutti che a Cupertino sanno essere molto convincenti facendo leva sulla propria posizione di predominio sul mercato. E questo potrebbe divenire un’arma a doppio taglio sulla quale un buon avvocato potrebbe basare la propria difesa.
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