Anche il secondo assioma nasce in ambito politico. E non è un caso: spesso queste frasi mi vengono in mente quando sono solo, generalmente mentre studio o lavoro; e magari non ho nessuno sotto mano da ammorbare per poterne discutere.
Magari sono solo bischerate che dieci minuti dopo avrei formulato in tutt’altra maniera. Molte sono troppo dirette e adesso preferirei edulcorarle in qualche modo ma non avrebbe alcun senso.
Sono nate così, in un certo momento e in quel preciso momento ero incredibilmente d’accordo con me stesso. A che pro, quindi, rimetterci le mani a bocce ferme?
L’unica loro forza, se ne hanno una, è di aver fotografato un instante (spesso nervoso ed eccessivo) di pensiero. Una cosa non necessariamente importante o condivisibile che, come sempre, è valida per il momento in cui la pensiamo.
Viene in mente la famosa frase “in politica le parole valgono solo nel momento in cui si dicono”; frase attribuita a più di un politico ma sicuramente pronunciata anche da Gianfranco Rotondi.
E allora, potreste dire, questi non sono assiomi ma semplici opinioni, peraltro non richieste né particolarmente intelligenti; la verità di un assioma, per essere tale, dev’essere evidente. Talmente evidente che non deve nemmeno aver bisogno di essere dimostrata mentre i tuoi assiomi sono in realtà punti di vista opinabilissimi.
Bah, in effetti è vero ma non è forse un giochino frequente quello di dare lustro a una cosa per renderla più appetibile?
Non è forse vero che se in una discussione incastro una frase tipo “come diceva Adam Karl August von Eschenmayer” seguita da una stupidaggine qualsiasi, tale stupidaggine acquisterà un’importanza tale che raramente qualcuno avrà lì per lì il coraggio di controbattere?
Non viviamo forse immersi nei social, in una fogna di citazioni inesistenti e attribuite a personaggi che non hanno nemmeno mai pensato quelle cose? E che vengono poi condivise da utenti che hanno il pollice opponibile per puro miracolo?
Ma stiamo uscendo dal seminato. Anzi: non ci siamo mai entrati. E il secondo assioma, sebbene sia decisamente di facile comprensione, rischia di rimanere senza un illuminatissimo (ogni riferimento agli Illuminati è puramente casuale ma se vi fa arrabbiare allora intendevo proprio loro) commento del suo altrettanto illuminatissimo autore.
Fondamentalmente ormai ho fatto tardi e mi sono dilungato troppo per commentare adesso l’assioma 2.
D’altra parte un minimo di contesto e un minimo di autocritica mi sembravano necessari. Ovviamente sempre senza esagerare perché “la modestia è il paravento degli imbecilli”. Una frase meravigliosa che mi ripeteva spesso quel genio di Carlo Bruschi (ne riparleremo nell’assioma 40) e talvolta attribuita al grande Ennio Flaiano.
Dato che l’assioma 3 è strettamente connesso a questo, direi che posso fermarmi qui. Meglio mettere insieme le due cose e fare un commento cumulativo nel prossimo sedicente capitoletto.
Ne consegue incontrovertibilmente che va giustificata qualunque cazzata fatta dalla tua parte politica, la stessa cosa, invece, fatta dall’avversario è da condannare.
Tratto da “Quarantotto Assiomi Cinici“