La musica malinconica ha una forza diversa rispetto alla musica allegra. La musica malinconica agisce su meccanismi più potenti rispetto a quelli della musica allegra. Perché? Perché spesso le emozioni scaturiscono da sensazioni che lasciano davvero il segno. Per esempio: la mancanza, l’abbandono, la solitudine, la tristezza, un amore mai corrisposto o già finito etc.
Le canzoni allegre sono perfette per accompagnare una serata allegra, ti fanno fare quattro salti e talvolta, non lo nego, possono anche emozionare. Si tratta di pezzi spesso scritti in tonalità maggiore che agiscono sulla persona in modo diretto, possono ispirare potenza e trionfo, possono far venire la voglia di ballare e di passare una serata divertente. E non c’è assolutamente nulla di male.
Però, dall’altra parte c’è LA musica. Perché la roba più bella è stata scritta in tonalità minore, la roba più bella ti arriva come un calcio nello stomaco, la roba più bella scava e fa leva sui più segreti turbamenti. E infatti stiamo parlando di musica intima, profonda, personale, spesso triste, talvolta cupa, introversa, privata.
Tutti noi ricordiamo un momento della nostra adolescenza in cui abbiamo ascoltato (magari a ripetizione) una canzone pensando a una persona o a un certo avvenimento che ci ha segnato. Ecco, quella è una canzone privata, intima. E onestamente, fatta eccezione per lo 0,01% citato anche dall’assioma (che pure esiste e magari è anche di ottima fattura), mi stupirei se tale canzone fosse una di quelle, per capirci, da trenino in discoteca.
Musica bella
I veri capolavori della musica pop o rock appartengono alla prima categoria. Ne elencherò qualcuno giusto per fare capire di cosa parlo, senza scriverli in alcun ordine particolare.
Pyramid Song (Radiohead), Hurt (Nine Inch Nails e poi Johnny Cash), The Gunner’s Dream (Pink Floyd), The Crystal Ship (The Doors), Visions in Blue (Ultravox), Tears in Heaven (Eric Clapton), Love Song (Tesla), Total Eclipse Of The Heart (Bonnie Tyler), The Power Of Love (Frankie Goes To Hollywood), Apologize (Timbaland & One Republic), Trace of Blood (Pain of Salvation), Unchained Melody (The Righteous Brothers), Missing (Everything But The Girl), I Talk To The Wind (King Crimson), The Raven That Refused To Sing (Steven Wilson), Time After Time (Cyndi Lauper), Cornflake Girl (Tori Amos), I Will Always Love You (Whitney Houston), Ta Veggalika Sou Matia (George Dalaras), Undertow (Chroma Key), Incomplete (Backstreet Boys), Careless Whisper (George Michael), Mad World (Tears for Fears), Porcelain (Moby), Hello (Blackfield), Hide And Seek (Imogen Heap), 7 Seconds (N’ Dour & Cherry), Manic Monday (Bangles), Ode To My Family (The Cranberries), Circle (Edie Brickell), Untouchable (Anathema), Killing Me Softly (Fugees), Jeanny (Falco), Smalltown Boy (Bronski Beat), Arriving Somewhere But Not Here (Porcupine Tree), My Way (Frank Sinatra), Nothing Compares 2 U (Sinead O’ Connor), Belle (Riccardo Cocciante), Fallen Star (Hanoi Rocks), Please, Please, Please (The Smiths)…
Potrei andare avanti per pagine intere, nonostante abbia saltato accuratamente gente tipo Cure, Metallica, Alan Parsons, Joy Division e così via.
Vogliamo parlare di cantanti italiani? Qualunque cosa del geniale Fabrizio de André ma anche Baglioni, Battiato, Tenco, Ferro, Mango, Battisti, Masini etc.
Alcuni dei brani elencati sono in tonalità maggiore invece che minore ma si tratta certamente di canzoni più “malinconiche” che “allegre”. Dai, non c’è nulla da spiegare: è così e basta.
Ne consegue incontrovertibilmente che la musica “allegra” è (nel 99,99% dei casi) qualitativamente ed emozionalmente inferiore alla musica “malinconica”
Tratto da “Quarantotto Assiomi Cinici“