Asus PadFone: sarà davvero ergonomico?

Ne abbiamo già parlato diverse volte su Pareri e Pensieri, ma adesso che è stato ufficialmente presentato al MWC 2012 possiamo formulare alcune considerazioni fermo restando il fatto che non essendo in nostro possesso tutto si basa su impressioni assolutamente personali che si basano sulla fruizione di contenuti via web.

Analizzando il mio tipico utilizzo di smartphone e tablet posso dire che nella configurazione rll mi trovo obiettivamente molto bene.

Transformer da una parte e Optimus Dual dall’altra. Se ho bisogno di scrivere due righe di email al volo utilizzo indubbiamente lo smartphone, ma se la mail dovesse essere più lunga il tablet è la scelta vincente.

La connettività sul tablet, nonostante sia un WiFi quindi senza modulo 3G integrato, non è un problema: sfruttando il tethering del Dual aggiro il problema con una semplicità estrema e senza la necessità di avere una seconda sim per il tablet. Posso leggere un documento sullo smartphone e contemporaneamente stilarne un sunto sul Transformer senza dover passare da una finestra all’altra.

Ma come ogni medaglia ha il proprio rovescio, mi trovo costretto a dover tenere sincronizzati due dispositivi; non sono gli applicativi Google a infastidirmi dato che si aggiornano automaticamente ma i software, i documenti, le fotografie, i video, la musica e qualsiasi file risieda su un dispositivo o sull’altro.

In una soluzione come quella del PadFone l’ostacolo è automaticamente sormontato dalla stessa struttura logica alla base del dispositivo.

Tutto risiede nello smartphone in quanto il tablet è semplicemente un display da 10.1″ dotato di batteria.

Del PadFone mi piace la filosofia, l’estetica, il tocco di genio con cui Asus ha concepito un oggetto trasformabile all’ennesima potenza: da smartphone a tablet a netbook in meno di 10 secondi.

Mi piace che qualsiasi applicazione io stia utilizzando sullo smartphone la trovo immediatamente proiettata sul tablet appena il primo viene inserito nel secondo, senza problemi o passaggi intermedi.

Mi piace poter ricaricare il telefono semplicemente riponendolo all’interno del tablet che a sua volta può essere ricaricato dalla tastiera con funzioni di docking station; adoro che questa sia la stessa del Transformer TF101! Esatto, è la stessa tastiera. Il PadFone infatti è considerato in tutto e per tutto una variante del Transformer, tanto da renderlo compatibile con la dock di quest’ultimo.

Sono assolutamente tentato di acquistarlo sia per il gusto della novità sia per provare la strada della convergenza senza impazzire con device indipendenti. Ma forse è proprio questo a trattenermi: l’indipendenza che ogni dispositivo ha rispetto all’altro. L’idea di utilizzare lo smartphone mentre scrivo sul tablet, lasciare il tablet a mia moglie mentre uso lo smartphone come modem per il notebook, far giocare i bambini sul telefono ma avere a disposizione il tablet temo siano situazioni alle quali non posso rinunciare.

Qualora dovessi mandare lo smartphone in assistenza mi troverei con un tablet inutilizzabile; fare un “brick” dello smartphone vorrebbe dire avere anche la sua diretta estensione non utilizzabile. E qui entra in ballo l’ergonomia del titolo.

Ma un tablet e uno smartphone possono essere soluzioni “per tutti”; forse l’acquisto del PadFone è qualcosa che deve essere attentamente analizzato prima di compiere il passo. Il rischio di rimanere “appiedati” dal telefono rende impossibile sfruttare il tablet e questo è un grosso handicap.

Nella mia configurazione, invece, se dovessi rimanere senza smartphone per qualsiasi motivo, potrei accontentarmi di un semplicissimo Android da 99 euro. E continuare a lavorare sul Transformer utilizzando il tethering wi-fi.

Forse un domani arriveremo alla soluzione totale, il cui costo sarà indubbiamente più alto ma che ci consentirà di avere un PadFone in cui la sezione tablet risulti indipendente dallo smartphone; e i due potranno sincronizzarsi alla semplice connessione come avviene nel modello di prossima uscita.

Potrò sembrare incontentabile, lo ammetto. Ma mi sono limitato a un’analisi basata sui miei scenari di utilizzo che mal si sposano con la nuova soluzione Asus… Eppure il desiderio di testarla è alto, altissimo…

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Lamberto Salucco

(Firenze, 1972) – Sono un consulente informatico (ma laureato in Lettere Moderne), mi occupo di marketing (ma solo digitale), social media (ma non tutti), editoria (ma non cartacea), musica (ma detesto il reggae), formazione (ma non scolastica), fake news (ma non sono un giornalista), programmazione (ma solo Python), siti web (ma solo con CMS), sviluppo app (ma solo iOS e Android), bias cognitivi (ma non sono uno psicologo), intelligence informatica (ma solo OSINT), grafica 3D (ma niente CAD), grafica 2D (ma niente Illustrator), Office Automation (ma non mi piace Access).