Tratto da Wikipedia:
“La punteggiatura è quell’insieme di simboli grafici convenzionali, detti “segni di punteggiatura” o “segni d’interpunzione”, che vengono usati nella forma scritta di un linguaggio. Serve a conferire tonalità ed espressione al testo, ma svolge anche funzioni di pausa e sintassi. La punteggiatura è indispensabile per la corretta lettura dei testi e ne facilita la comprensione.”
Ho preso la definizione da Wikipedia per il semplice fatto che mi sembra espressa in forma molto chiara e comprensibile.
Girovagando sul web è facile imbattersi in articoli di ogni sorta ed argomentazioni espresse in varie forme e lingue; tra queste possiamo chiaramente scorgere l’ignoranticus e l’italiundo.
Mentre il primo è sintomo di una parziale o totale mancanza di proprietà di linguaggio, il secondo si configura come una forma deformata e plasmata dai tempi; per intenderci, nel primo si inseriscono le persone che sbagliano i verbi, nel secondo quelli che sostituiscono il “ch” con “k” e creano abbreviazioni e crasi fin troppo fantasiose (“qlk” al posto di “qualche”).
Purtroppo chi non sa utilizzare i segni di interpunzione può rientrare in entrambi i casi in quanto potrebbe non saper scrivere in modo scorrevole o rifiutarsi di inserire virgole e affini per ridurre i tempi di digitazione.
Il risultato è il medesimo: il discorso è spesso di difficile comprensione.
Trovandomi a leggere un articolo su un famoso portale, mi aspetto non certo di condividere quanto espresso ma quantomeno di comprenderne senza difficoltà il senso; pia illusione.
Non riporto l’articolo in questione per decenza e rispetto nei confronti di chi l’abbia scritto, ma vi mostrerò alcune cifre:
Righe del paragrafo: 7
Totale parole: 105
Punti: 7 (di cui un punto interrogativo)
Virgole: 13 oltre a una parentesi
Non saranno un po’ troppi i segni di interpunzione?
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