Il nostro filo-americanismo meteorologico

Mi spiace ma proprio non mi piace la nuova idea di dare un nome a ogni ondata di calore, non ha senso.

Mi fa soltanto venire in mente che si voglia in qualche modo imitare l’usanza del servizio meteorologico statunitense di dare un nome a tempeste tropicali e cicloni.

Scipione, Caronte, Minosse, Ulisse, Nerone, Circe… Altre idee assurde?

Con tutto il rispetto per chi ha concepito la cosa, ma sentire chiamare per nome le ondate di caldo… Sorvoliamo.

Ma da dove arriva l’idea? Ovviamente non si tratta di un lampo di originalità dato che gli USA ci hanno abituati a sentir chiamare i vari tifoni e uragani con nomi di persona.

Ma tornando indietro nel tempo scopriamo che il primo a inventarsi gli appellativi fu un meteorologo australiano, Clement Wragge; a fine Ottocento decise di fornire nomi di politici alle tempeste e quello di propri amici alle altre “variazioni”.

Nella Seconda Guerra Mondiale, invece, i meteorologi statunitensi dei Marines decisero di chiamare le tempeste con i nomi delle mogli/fidanzate dei soldati impegnati sul fronte.

Nel ’53 il servizio meteorologico nazionale decise di fornire nomi femminili ufficialmente a ogni tempesta o uragano; ovviamente la cosa non fu vista di buon occhio dai movimenti femministi.

Nel 1979 le proteste vinsero, riuscendo a compilare una lista di nomi maschili e femminili.

 

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Lamberto Salucco

(Firenze, 1972) – Sono un consulente informatico (ma laureato in Lettere Moderne), mi occupo di marketing (ma solo digitale), social media (ma non tutti), editoria (ma non cartacea), musica (ma detesto il reggae), formazione (ma non scolastica), fake news (ma non sono un giornalista), programmazione (ma solo Python), siti web (ma solo con CMS), sviluppo app (ma solo iOS e Android), bias cognitivi (ma non sono uno psicologo), intelligence informatica (ma solo OSINT), grafica 3D (ma niente CAD), grafica 2D (ma niente Illustrator), Office Automation (ma non mi piace Access).