Forza, vediamo di parlare ora un po’ di immagini e iniziamo dalla base, dalle cose elementari. Mi scuso con gli utenti “bravini” ma è necessario fare un po’ di chiarezza.
Le immagini possono essere di due tipi, in genere:
- Bitmap (o raster) = Composte da una griglia rettangolare di pixel. Ci si può lavorare per esempio con Adobe Photoshop, Gimp o Affinity Photo.
- Vettoriali = Create con punti e curve, non «spixellano» quando si zooma (spesso si usano per i loghi). Ci si lavora con Adobe Illustrator o Affinity Designer.
Le estensioni più comuni per le immagini sono:
- Per le bitmap: jpg, tif, gif, png, bmp, webp
- Per le vettoriali: ai, eps, svg, pdf
Su un sito ovviamente dovrai caricare quelle che rendono meglio in un’ottica di rapporto qualità/peso e che abbiano le caratteristiche necessarie, per esempio il fatto di supportare il canale alpha per la trasparenza. Direi che normalmente saranno: o jpg o png o webp.
Immagini: metodi
Per quanto riguarda i colori esistono molti metodi: bitmap (due colori, bianco e nero), scala di colore (256 colori come bmp e gif), scala di grigio (256 grigi per le immagini a 8 bit e che aumentano in immagini a 16 o 32 bit).
Il metodo più usato per le immagini destinate a essere fruite su uno schermo è RGB (Red, Green, Blue) a 8, 16 o 32 bit. Quando vedete un esadecimale che rappresenta un colore va letto in questo senso, come se i numeri ci dicessero quanto red c’è, quanto green c’è e quanto blue c’è ricordandosi che i numeri vanno da 00 a FF.
Facciamo qualche esempio semplice:
- #000000 = 00 red, 00 green, 00 blue. È tutto a zero, rappresenta il nero.
- #FFFFFF = FF red, FF green, FF blue. È tutto al massimo, rappresenta il bianco.
- #808080 = 80 red, 80 green, 80 blue. È un grigio.
- #00FF00 = 00 red, FF green, 00 blue. C’è solo il verde: è verde.
- #FF0000 = FF red, 00 green, 00 blue. C’è solo il rosso: è rosso.
Se invece parliamo di colori per un’immagine destinata alla stampa, il metodo più usato è CMYK (Cyan, Magenta, Yellow, blacK) sia a 8 bit sia a 16 bit.
E veniamo alla differenza fra dimensioni e risoluzione. Le dimensioni sono in pratica da quanti pixel (lunghezza e larghezza) è composta l’immagine (per esempio: 1600 x 1200).
Mentre la risoluzione è il livello di dettaglio dell’immagine espresso in PPI (pixel per inch, è la risoluzione di input) o DPI (dots per inch, andrebbero usati solo per la stampa). Per esempio, un’immagine 4000 x 3000 a 300 DPI misura 33,87 cm x 25,4 cm mentre a 72 DPI misura 141,11 cm x 105,83 cm.
Immagini: editing
Come si lavora sull’editing di un’immagine? Con buon senso, con tanti tentativi, con una buona qualità dell’immagine di partenza (ricordati l’acronimo GIGO: Garbage In Garbage Out), con pazienza e tanta esperienza.
Se stai proponendo un prodotto o una persona, è necessario che esista un’immagine di riferimento di ottima qualità: si tratta di una modella? Una sua bella foto di sicuro. Oppure è un’azienda? Allora è probabile che la sua identità si esprima con un bel logo. E se magari è invece un disegnatore di fumetti? Sceglierai un bel disegno con uno dei suoi personaggi e così via.
Un errore che in genere viene fatto scegliendo le immagini per proporre un prodotto è pensare che la foto dell’oggetto vada necessariamente scontornata e messa su sfondo bianco perché “si è sempre fatto così” e perché “queste cose si fanno così”. Può avere senza dubbio un fondo di verità e con una buona foto su sfondo bianco non sbagli mai. Ma dato che è una cosa che fanno tutti non è forse il caso di provare qualcosa di diverso?
Niente di incredibile, intendiamoci, ma magari uno sfondo con un colore tenue (provare il colore aziendale molto più chiaro, per esempio?) potrebbe fare lo stesso servizio e risaltare un po’ di più in un mondo dove la gente ormai scrolla le schermate alla velocità della luce.
Dove trovare le immagini?
E io le immagini per le campagne e per gli articoli dove le trovo? La cosa migliore sarebbe usare sempre roba originale perché ti metti al riparo dai casini che potrebbero pioverti addosso nel caso che qualcuno si arrabbi per l’uso non autorizzato di qualcosa. E non ti puoi giustificare dicendo che l’hai trovata in rete oppure che lo fanno tutti, ti assicuro che in tribunale non regge. Io cerco sempre di evitare queste bischerate ma, dato che sto invecchiando rapidamente, l’errore è dietro l’angolo (spero per esempio di non aver copiato per sbaglio in questo libro qualche frase di qualcuno). Comunque, esistono molti siti dove cercare immagini gratuite senza problemi di diritti d’autore come Pexels, Unsplash, Pixabay e tanti altri: cerca su Google e vedrai che non rimarrai deluso.
Ultimamente la tendenza è di usare software di generazione di immagini basati su intelligenza artificiale. In effetti devo dire che la cosa non è solo molto divertente ma è anche comoda. Fossi in voi farei qualche esperimento con quelli più gettonati come Midjourney, Dall-E2, DeepAI, Wonder, Stable Diffusion e altri.
A volte io cerco anche su pseudosocial tipo Flickr, si trovano molte immagini belle e magari te le lasciano usare, chissà: ricordati comunque di leggere sempre le condizioni d’uso, il tipo di licenza, eventualmente contattare il fotografo che ha realizzato lo scatto etc.
Se stiamo pensando a un post che ha un obiettivo preciso (ricevere una visita sul sito, ottenere un indirizzo email, un acquisto) può essere una buona idea scrivere il copy prima di scegliere l’immagine che lo accompagnerà.
Questa cosa mi fa venire in mente il periodo in cui insegnavo animazione 3D, 3ds Max etc.
Mi ricordo che era difficile far capire agli allievi che le grandi produzioni non realizzano l’animazione e poi fanno doppiare i personaggi agli attori ma piuttosto avviene l’inverso: si fa recitare la battuta all’attore e poi si crea l’animazione modellandola su quella voce.
Questo procedimento ha principalmente due vantaggi. Il primo è che i movimenti saranno perfettamente sincronizzati con l’audio e il secondo è che la parte visiva potrà anche arricchirsi prendendo spunto da come è stata pronunciata la battuta con eventuali imperfezioni che diventano caratteristiche, inflessioni, pause etc.
Aggiungo che è quasi impossibile intendersi davvero di tutto. Puoi avere ottime competenze orizzontali che, unite all’esperienza, ti possono permettere di spaziare in diversi ambiti ma probabilmente il tuo grafico ha sviluppato negli anni una dimestichezza e una sensibilità nella scelta delle immagini superiori alle tue: se è possibile, è meglio che di questo se ne occupi lui. Se ti concentri sulla strategia e sulla scrittura, lasciando ad altri la cernita delle foto o delle grafiche, potrai dare il meglio di te e fornirai a chi collabora con te ottimi spunti per svolgere al meglio il proprio compito.
Immagini: come editarle?
E torniamo nel seminato: come faccio a editare le immagini senza spendere soldi? Anche qui le risorse online sono davvero tante. Esempi di editor online gratuiti sono Canva e Pixlr, dategli un’occhiata.
Concludiamo questo mini capitolo con un paio di consigli pratici.
- Quando si deve gestire uno o più siti, le risorse devono essere organizzate bene sia sul server sia sul proprio hard disk. Rinominare le immagini prima di caricarle è una cosa intelligente, utile anche in chiave SEO e che ti può far risparmiare un monte di tempo. E sempre prima di caricarle, già che sei in piedi perché non ritagliarle a dovere e ottimizzarle in modo che non pesino troppo (max 90 KB se possibile)?
- Se inserisci un’immagine in un articolo e la posizioni in una parte del testo interna a un H2 o un H3 potresti ripetere quelle keyword dei subheading sia nell’alt text sia nel titolo dell’immagine (ne riparleremo anche più avanti): Google non si offenderà per nulla, anzi.
Tratto da “Prontuario semiserio di Digital Marketing” di Lamberto Salucco
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