La follia della firma leggibile

Oggi per l’ennesima volta mi è stato richiesto di firmare un documento in modo leggibile: cos’è la firma leggibile?

Ora: la caratteristica fondamentale di una firma dovrebbe essere la “non copiabilità” (se mi si passa il termine orrido) ovvero l’unicità del tratto che ne rende di fatto difficile la falsificazione.

Lo stesso termine “firma” infatti ne denota la natura immutabile quindi “firma leggibile” è decisamente un ossimoro.

Ogni persona firma in un certo modo ed è proprio quel preciso modo, più delle singole lettere che scrive, a determinarne l’irripetibilità.

Se si chiede però a qualcuno di firmare un documento in modo leggibile lo si costringe in realtà a scrivere il proprio nome e il proprio cognome in corsivo.

Cos’è infatti la propria firma senza la particolarità e l’eccezionalità del tratto? Cosa rimane dell’unicità di una firma quando si riduce a qualcosa di “leggibile”?

Secondo me assolutamente nulla.

Qualunque idiota può scrivere il mio nome in corsivo spacciandosi per me; anzi, data la mia calligrafia poco “calli”, qualsiasi idiota lo scriverà sicuramente meglio di me!

Ma è assai improbabile che una persona qualunque possa imitare perfettamente la mia vera firma senza impegnarsi con grande dispendio di energie e di tempo.

In conclusione: possiamo affermare che firmare in modo leggibile un documento o un registro equivale a scrivere parte delle proprie generalità in corsivo; si potrà perciò difficilmente affermare con certezza che è stata proprio la persona cui si riferiscono le generalità di cui sopra ad apporre tale pseudo-firma.

 

La follia della firma leggibile: edit del 2024

Avevo scritto questo post per Pareri e Pensieri nel lontano 2011 ma rileggendolo oggi mi stupisco non solo del fatto che sono ancora d’accordo con me stesso (cosa che accade drammaticamente sempre più di rado) ma anche del fatto che non è cambiato una seganulla in tredici anni: la gente continua a chiedermi la firma leggibile, io continuo a fargli notare che è una puttanata, loro continuano a rispondermi che la legge è la legge etc.

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Lamberto Salucco

(Firenze, 1972) – Sono un consulente informatico (ma laureato in Lettere Moderne), mi occupo di marketing (ma solo digitale), social media (ma non tutti), editoria (ma non cartacea), musica (ma detesto il reggae), formazione (ma non scolastica), fake news (ma non sono un giornalista), programmazione (ma solo Python), siti web (ma solo con CMS), sviluppo app (ma solo iOS e Android), bias cognitivi (ma non sono uno psicologo), intelligence informatica (ma solo OSINT), grafica 3D (ma niente CAD), grafica 2D (ma niente Illustrator), Office Automation (ma non mi piace Access).