Monte Tambora

“Il Tambora è considerato il secondo vulcano al mondo per indice di esplosività VEI, stimata a 7;[1] è situato nella zona di subduzione creata dal movimento della placca australiana verso una parte della zolla euroasiatica, in una zona nella quale si sono formati nel corso di millenni tre tra i più esplosivi e devastanti vulcani conosciuti: il Toba, il Tambora e il Krakatoa (in ordine VEI).” (fonte: WikiPedia).

Se non doveste conoscere il vulcano, vi basti pensare che durante l’eruzione del 1815 fece circa 71.000 vittime, il più alto numero di morti registrato in seguito ad un’eruzione vulcanica; non tutti legati direttamente all’eruzione del Tambora, molti perirono a causa delle carestie che si verificarono negli anni successivi.

La quantità di cenere, polvere e materiale vulcanico che ne uscì fu impressionante, tanto che a distanza di 4 anni ancora si trovavano piccoli accumuli di pomice che galleggiavano nei mari circostanti.

La cenere si innalzò nel cielo fino ad un’altezza di circa 43 Km, permanendo in quota per un periodo tanto lungo da avere ripercussioni sul clima.

Questo, a causa anche di altre potenti eruzioni che si verificarono tra il 1811 ed 1812, portò a nominare il 1816 come “l’anno senza estate”.

Il Monte Tambora è situato nell’emisfero australe, a nord-ovest rispetto all’continente australiano.

Dal 1815 il vulcano è rimasto in silenzio, ma ultimamente pare aver attirato l’attenzione dei vulcanologi.

Sebbene non sia prevedibile una data in cui potrebbe eruttare, e tantomeno la violenza con cui potrebbe verificarsi il fenomeno, esistono alcuni segnali che hanno portato gli esperti ad alzare il livello di allerta legato al vulcano.

Per capire meglio la violenza dell’eruzione del 1815, basti pensare che è stata stimata intorno alle 100 volte più potente dell’eruzione del monte Sant’Elena del 1980; un altro dato che farà sicuramente riflettere riguarda l’altezza del vulcano: prima dell’eruzione era alto 4.100 metri, ma a causa delle forti scosse di terremoto, l’episodio eruttivo abbassò la quota agli attuali 2.850 metri.

Sebbene il Tambora non si trovi ad una distanza tale da poterci causare danni diretti, sicuramente una violenta eruzione potrebbe portare ad avere dei micro cambiamenti in un clima già molto fragile e “irregolare” com’è quello che ci troviamo ad avere in questi ultimi anni.

 

Fonti:
https://www.armageddononline.org/world-deadliest-volcano-ready-to-explode.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Tambora

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Lamberto Salucco

(Firenze, 1972) – Sono un consulente informatico (ma laureato in Lettere Moderne), mi occupo di marketing (ma solo digitale), social media (ma non tutti), editoria (ma non cartacea), musica (ma detesto il reggae), formazione (ma non scolastica), fake news (ma non sono un giornalista), programmazione (ma solo Python), siti web (ma solo con CMS), sviluppo app (ma solo iOS e Android), bias cognitivi (ma non sono uno psicologo), intelligence informatica (ma solo OSINT), grafica 3D (ma niente CAD), grafica 2D (ma niente Illustrator), Office Automation (ma non mi piace Access).