Dollaro ($)
Dopo i primi due, passiamo adesso al terzo operatore: il dollaro. Per capire bene come funziona, è necessario prima comprendere il meccanismo di calcolo di Excel.
Credo che la cosa migliore sia ragionarne tenendo davanti una schermata che possa aiutarvi visivamente a non perdervi.
L’immagine seguente è un esempio semplice ma sufficiente a chiarire ciò che ci interessa.
Nella cella A7 abbiamo inserito la funzione =SOMMA(A2:A6) per calcolare la somma delle spese di gennaio.
Passando col mouse sull’angolo in basso a destra della cella A7, il puntatore si trasforma in una crocetta nera che nella documentazione si chiama inspiegabilmente Quadratino di riempimento automatico; cliccando e trascinando adesso a destra fino alla cella D7, si otterranno i totali dei mesi successivi. Questo avviene perché i riferimenti A2:A6 contenuti nella funzione inserita in A7 vengono automaticamente trasformati da Excel (cambiando le colonne) in B2:B6, C2:C6, D2:D6. Una funzionalità estremamente comoda e che fa decisamente risparmiare tempo.
Ricorda: con il sedicente Quadratino di riempimento automatico è possibile trascinare solo verso destra o verso il basso. NON in tralice e neppure verso sinistra o verso l’alto.
R1C1 e riferimenti
Ma come mai Excel cambia quei riferimenti? In realtà, il funzionamento di Excel è diverso da come lo immaginiamo noi e nella cella A7 c’è in effetti scritto di fare la somma delle “cinque celle che stanno sopra”; così quando viene trascinato a destra continua a dire la stessa cosa però via via “le cinque celle sopra” saranno quelle dalla B2 alla B6. E poi quelle dalla C2 alla C6 etc.
Se volete approfondire il funzionamento dei riferimenti, potete cercare nelle opzioni di MS Excel la voce “Stile di riferimento R1C1”. Attivandola, vedrete un impercettibile cambiamento nell’interfaccia (le intestazioni delle colonne adesso riportano numeri invece di lettere) ma la sintassi di formule e funzioni sarà praticamente illeggibile. Vi consiglio, se vi interessa l’argomento, di cercare qualche tutorial a riguardo su YouTube.
Ma noi dovevamo parlare del dollaro… Cosa c’incastra con tutto questo pippone appena fatto? C’incastra parecchio perché il suo scopo è di evitare questo cambiamento automatico effettuato da Excel.
Cioè: trascinando quella somma, Excel ha cambiato i riferimenti alle celle modificando le colonne proprio perché erano riferimenti liberi (si chiamano riferimenti relativi) e non erano vincolati con i dollari. Quindi A2:A6 era libero di diventare B2:B6.
Se alle colonne fosse stato impedito di aggiornarsi con i dollari (come nell’immagine seguente), anche trascinando non ci sarebbe stato alcun cambiamento e il contenuto della prima cella sarebbe rimasto identico durante il trascinamento, continuando a sommare sempre la prima colonna.
Tipi di riferimento a una cella
Esistono quindi quattro tipi di riferimento a una cella:
- Riferimento relativo (esempio: A1): è quello normale, senza vincoli. Qualora venga trascinato verso destra cambierà la colonna in B1, C1 etc. Qualora venga trascinato verso il basso cambierà la riga in A2, A3 etc.
- Riferimento assoluto (esempio: $A$1): è completamente inalterabile. Qualora venga trascinato verso destra non modificherà la colonna poiché questa è bloccata dal primo dollaro. Qualora venga trascinato verso il basso non modificherà la riga poiché questa è bloccata dal secondo dollaro.
- Riferimento misto primo tipo (esempio: $A1): qualora venga trascinato verso destra non modificherà la colonna poiché questa è bloccata dal dollaro. Qualora venga trascinato verso il basso invece cambierà la riga in A2, A3 etc. poiché non è presente alcun dollaro prima della riga.
- Riferimento misto secondo tipo (esempio: A$1): qualora venga trascinato verso destra cambierà la colonna in B1, C1 etc. poiché non è presente alcun dollaro prima della colonna. Qualora venga trascinato verso il basso, invece, non modificherà la riga poiché questa è bloccata dal dollaro.
Vediamo adesso un altro semplicissimo esempio. Mi rendo conto che anche questo non sia proprio il massimo del divertimento ma ho notato che generalmente durante le lezioni si rivela prezioso per far capire il funzionamento del dollaro.
Esempio triste ma comodo
Nella colonna A sono inseriti alcuni valori in euro che vogliamo convertire, nella colonna C in vecchie lire. Per fare ciò usiamo il coefficiente di cambio contenuto in B2.
Se nella cella C2 inseriamo la formula =A2*B2 funziona perfettamente ma non ci consente di trascinarla verso il basso. Infatti nella cella sotto diventerebbe =A3*B3 ovvero aggiornerebbe sia il primo riferimento (A2 diventerebbe A3 e questo ci andrebbe benissimo) sia il secondo riferimento (B2 diventerebbe B3 e questo non ci piace affatto perché in B3 non c’è scritto un tubo e la conseguente moltiplicazione darebbe zero come risultato).
Occorre trovare un modo per far sì che il primo riferimento si aggiorni ma il secondo no: il dollaro. Inserendo nella cella C2 la formula =A2*B$2 abbiamo la soluzione, in quanto il dollaro inibisce l’aggiornamento della riga del secondo riferimento.
Evviva. La prossima volta parliamo del punto esclamativo.
Tratto da “Manabile Semiserio di Excel – Parte Prima per principianti“
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