Rimanendo in tema di occupazione rispetto al mio precedente articolo, sicuramente vi sarete imbattuti talvolta in richieste assurde tanto negli annunci quanto nelle richieste in sede di colloquio come è capitato a me. Un tempo si richiedeva esperienza mentre adesso pare che un pezzo di carta conti molto di più.
Non sto parlando ovviamente di lauree brevi o lunghe che siano.
È ovvio che il livello di preparazione di un laureato è sicuramente superiore a quello di chi si sia fermato anzitempo con gli studi; mi sto invece rivolgendo a quelle ricerche volte a reperire personale “qualificato” per assemblaggio personal computer ad esempio.
Mi piacerebbe tanto sapere se esista un attestato che certifichi la capacità di assemblare e configurare un pc; oppure un corso che permetta a chi lo frequenta di entrare in possesso di una manualità e cognizione superiori a quelle da me acquisite nel corso di quasi 20 anni di esperienza.
E questo non è il solo caso in cui si verificano richieste assurde; un tempo si chiedeva esperienza e mi trovavo a pensare “se nessuno mi assume come mi faccio esperienza?”, adesso invece mi si chiedono titoli assolutamente inutili a ricoprire alcuni ruoli per i quali sarei assolutamente qualificato.
Tra l’altro me lo hanno confermato; non si tratta di un problema di età per cui con il neo-diplomato le aziende riescono a stipulare contratti più vantaggiosi. È una semplice richiesta quindi che dovrebbe portare al reperimento di personale qualificato.
Ma un’azienda che si trova costretta a dover istruire una persona alla mansione che interessi può avere nei suoi confronti rispetto ad un altro candidato idoneo per propria esperienza? Perchè quindi dobbiamo essere scartati davanti a candidature nettamente in svantaggio tecnico rispetto alle nostre capacità?
Il mondo del lavoro infatti si sta orientando in quella direzione, e non mi stupirei se qualcuno iniziasse a “truccare” il proprio curriculum; se devo essere sincero onestamente ci avevo pensato anche io.
“Si ricerca laureato in Ingegneria Informatica cui delegare la manutenzione dell’intera rete aziendale”, e poi si scopre che l’azienda ha una decina di computer…
Un titolo secondo me assolutamente sovradimensionato per un incarico simile.
Un’ultima osservazione: l’esperienza porta a un diverso approccio alle varie problematiche cui si va incontro sul posto di lavoro.
E, molto spesso, è proprio l’esperienza che porta a soluzioni meno eleganti ma che risolvono in tempi più rapidi un problema; una volta risolto si ha la possibilità di ragionarci sopra per adottare soluzioni migliori, ma nel frattempo non si è fermato nessuno.
Chi ha esperienza non è ingessato.
Pif, in questo settore 15 anni di esperienza valgono 3 lauree. Ti ho mai raccontato quella del laureando in ingegneria informatica che aveva attaccato un modem pci all’apposito spazio del case, SENZA inserirlo nello slot della mo.bo.? E mi guardava con lo sguardo di chi dice “Perchè, cos’ha di sbagliato?” quando io gli facevo notare che non andava bene…
Assolutamente vero.
Confermo che i “titolati” fanno spesso cose di questo tipo.
Per fortuna che c’è CompTIA. Altrimenti come apprezzeresti l’esistenza dei braccialetti antistatici? Fulminare RAM non va più di moda 🙂
😀