Realtà virtuale e medicina

La mia professione mi porta talvolta a fare esperienze particolari in anteprima; non è questo il caso. 

Parlando di realtà virtuale mi ricordo, per esempio, un locale fiorentino che (in modo estremamente grezzo e primitivo) la offriva già nel remoto 1993.

È stata però una piacevole sorpresa quando un mio storico e affezionato cliente (dr. Maurizio Bertoni) mi ha chiesto aiuto per configurare un dispositivo Oculus presso il proprio centro medico, il Training Lab Firenze.

 

 

Oculus

L’abissale differenza tra la qualità attuale e quella dei miei vaghi e remoti ricordi di gioventù mi ha stupito. E non stiamo solo parlando di risoluzione e di fluidità ma mi riferisco a tutta l’esperienza in generale.

Indossare quel visore è davvero una cosa particolare, la sensazione di immersione è completa anche per uno come me che alla soglia dei cinquant’anni non è propriamente “in target”.

Abbiamo in effetti a che fare con una cosiddetta “tecnologia esponenziale”. Sono quelle tecnologie che crescono in modo estremamente rapido dal punto di vista delle performance; e che spesso vedono un crollo del costo della tecnologia stessa.

I visori odierni sono migliaia di volte più potenti e molto più economici di quelli di vent’anni fa.

 

 

Scuola

Siamo abituati a pensare alla realtà virtuale come a un modo per divertirsi e giocare. E non è assolutamente sbagliato ma è decisamente limitato. Giocare con un visore Oculus è divertente, non c’è dubbio, ma le possibilità sono molto più ampie.

Una delle applicazioni più naturali per i visori VR è il campo della formazione; assistiamo già da tempo a una diffusione di metodi didattici che fanno uso di questi dispositivi per facilitare la sperimentazione e l’assimilazione di concetti da parte degli studenti.

Quasi tutte le materie in realtà si prestano a essere trattate anche con tecnologie avanzate: storia, geografia, fisica, matematica se affrontate nel modo corretto possono risultare più coinvolgenti specialmente (ma non solo) per i soggetti in età scolare.

Interessante anche la proposta di un’università statunitense (pubblicata in tempi non sospetti circa un mese prima dell’inizio della pandemia) di far laureare i propri iscritti tramite una cerimonia virtuale a distanza.

 

 

Architettura e arte

Numerose aziende di design e progettazione stanno utilizzando questa tecnologia per mostrare a un cliente una struttura ancora prima di averla realizzata, in modo di poter concordare soluzioni e dettagli in anticipo.

Viene anche spontaneo pensare ad applicazioni VR in ambito culturale-artistico, in particolare alla ricostruzione di ambienti, edifici o paesaggi che oggi non esistono più.

Per un museo può inoltre essere di cruciale importanza la possibilità di visualizzare un reperto archeologico senza rischiare di danneggiarlo oppure di offrire una visita virtuale fruibile da casa propria; pensiamo, ad esempio, al tempo trascorso in lockdown fra 2020 e 2021.

 

 

Realtà virtuale e medicina

Sull’onda dell’esperimento realizzato al Training Lab ho voluto approfondire il tema del rapporto fra realtà virtuale e medicina, tema che è presente sulla stampa più o meno specializzata da molto tempo (aziende che promuovono la simbiosi fra VR e ambito medico sono presenti da quasi 20 anni), con un’impennata importante che inizia all’incirca in corrispondenza della diffusione degli smartphone e delle app e che non si è mai da allora fermata. La pandemia, poi, ha fatto il resto…

Anche le applicazioni nel campo della formazione medica sono presenti da molto tempo ma sono sicuramente cresciute negli ultimi anni fino ad arrivare a piattaforme complete che consentono l’esperienza di un intervento in prima persona. In particolare, Oculus ha lavorato in modo approfondito alle applicazioni per le visite a distanza, alla formazione dei chirurghi anche in sinergia con la Realtà Aumentata (AR).

Realtà virtuale e medicina - Lamberto Salucco | Rebus Multimedia

 

 

Realtà virtuale e neuroscienze

Numerosi studi condotti nei campo di psicologia e neuroscienze (fra i quali quelli di UnitelmaSapienza e della Fondazione Santa Lucia) hanno sottolineato alcuni effetti della realtà virtuale, come la “sensazione di presenza” cioè sentirsi fisicamente presenti nell’ambiente virtuale e la “sensazione di incorporamento” ovvero avvertire come proprio un corpo virtuale (Martens et al., 2019; Wiederhold e Riva, 2019).

Questo consente, per esempio, di studiare nuove tecniche per il trattamento del dolore dell’arto fantasma o dell’anoressia nervosa. Ma anche di immedesimarsi in un corpo diverso dal proprio, affrontando temi complessi come il razzismo o la violenza di genere.

È inoltre possibile trovare applicazioni pratiche in ambito psichiatrico per il trattamento di fobie, disturbo da stress post-traumatico etc. In questo senso è anche fondamentale la possibilità di un tale sistema di raccogliere dati per il monitoraggio delle performance nel tempo e l’andamento di un determinato percorso.

Durante le fasi di emergenza sanitaria del 2021, all’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano si è sperimentato un sistema VR in collaborazione con l’università Bicocca per la gestione dei disturbi d’ansia del personale sanitario.

Esistono inoltre, già dal 2016, studi di alto livello che confermano l’efficacia della realtà virtuale nei casi di trattamenti dolorosi e di dolore cronico.

Realtà virtuale e medicina - Lamberto Salucco | Rebus Multimedia

 

 

Riabilitazione

Nel campo della riabilitazione, la realtà virtuale aiuta il paziente a sentirsi motivato nell’impegno e il trainer a seguirne il percorso monitorandone le prestazioni.

Gli esercizi di fisioterapia e l’allenamento sportivo nello spazio virtuale consentono numerosi vantaggi. Nella terapia degli arti superiori il feedback visivo della realtà virtuale aiuta la gradualità degli esercizi e può anche essere d’aiuto per allenare un paziente a muoversi sulla sedia a rotelle.

L’interesse nel coniugare le tecnologie assistive (tapis roulant, robotica, sedia a rotelle su, sensori indossabili) e la realtà virtuale è giustificato dagli ottimi risultati ottenuti fino a oggi.

I riflessi e le prestazioni di pazienti in riabilitazione e di soggetti sportivi hanno avuto un indubbio beneficio dall’applicazione di questi dispositivi.

 

 

Parkinson e realtà virtuale

In conclusione, permettetemi una menzione speciale per un’associazione che sta facendo molto per i pazienti che combattono contro il Morbo di Parkinson.

Sto parlando di Un Gancio Al Parkinson che è stata fondata proprio dal dr. Bertoni e che nei locali del Training Lab Firenze svolge con ottimi risultati le proprie attività di allenamenti di boxe come trattamento contro la malattia.

Parte dei suddetti allenamenti vengono già svolti con l’aiuto di due tecnologie all’avanguardia:

  • occhiali stroboscopici (che contribuiscono a migliorare le capacità visio-motorie)
  • esercizi di interferenza contestuale (che aiutano le capacità cognitive e reattive del paziente tramite numeri e colori su un monitor).

Realtà virtuale e medicina - Lamberto Salucco | Rebus Multimedia

La strada era quindi già tracciata ma l’introduzione della realtà virtuale tramite visori Oculus rappresenta un vero e proprio salto di qualità sia per i pazienti dell’associazione sia per gli utenti del Training Lab Firenze.

 

L. Salucco

 

 

Sitografia parziale aggiuntiva:

https://amslaurea.unibo.it/16752/1/desilvio_andrea_tesi.pdf
https://www.aboutpharma.com/blog/2016/03/25/in-sala-operatoria-con-loculus-rift/
https://treccanifutura.it/tecnologieesponenziali/realtavirtuale/
https://www.valeriorosso.com/2021/08/30/oculus-quest-2-recensione-e-guida-definitiva-per-entrare-nel-metaverso/
https://www.stateofmind.it/2019/12/realtavirtuale-psicologia-digitale/
https://www.quotidianosanita.it/lombardia/articolo.php?articolo_id=94005
https://business.oculus.com/case-studies/johnson-and-johnson/?locale=it_IT

 

 

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Lamberto Salucco

(Firenze, 1972) – Sono un consulente informatico (ma laureato in Lettere Moderne), mi occupo di marketing (ma solo digitale), social media (ma non tutti), editoria (ma non cartacea), musica (ma detesto il reggae), formazione (ma non scolastica), fake news (ma non sono un giornalista), programmazione (ma solo Python), siti web (ma solo con CMS), sviluppo app (ma solo iOS e Android), bias cognitivi (ma non sono uno psicologo), intelligence informatica (ma solo OSINT), grafica 3D (ma niente CAD), grafica 2D (ma niente Illustrator), Office Automation (ma non mi piace Access).