Rosetta Savelli: Iris e dintorni – recensione di Rita Mascialino

Il racconto lungo di Rosetta Savelli Iris e dintorni (Firenze: MEF L’Autore Libri) narra la storia di una donna che, dopo avere subito un attacco di schizofrenia nell’età giovanile ed essere rimasta in cura clinica, è riuscita a maturare al meglio e si è anche sposata felicemente con un compagno che la sa amare come fosse la donna normale quale essa è al di là di ogni pregiudizio per il cosiddetto diverso che spesso la società nutre. La sua vita si svolge molto tranquillamente.

Proprio questa tranquillità, pure appagante per la donna che diviene anche madre di due figli. Ed è circondata da affetti che essa ricambia in pieno da vera compagna e madre. Lascia qualche zona aperta nella sua personalità al nuovo, al trasgressivo.

Così Iris comincia a sognare l’incontro con il cavaliere nero. Un uomo che le possa dare quel brivido di passione che essa non ha con il marito. Cavaliere nero che incontra veramente sviluppando quel sentimento d’amore di cui non vuole privarsi.

Il racconto, ricco di tematiche importanti ed esposte nello stile di una pacata narrazione, un po’ come una fiaba che si racconta ai piccoli, tratta centralmente dell’amore, della sua rilevanza come forza che può dare senso alla vita. E soprattutto pone la donna su un piano in apparenza simile a quello dell’uomo, in sostanza completamente opposto.

In altri termini. La parità della donna con l’uomo nell’ambito dell’amore si colloca sul piano di un’uguaglianza intesa come libertà di realizzare sogni amorosi pur senza cessare di amare il proprio compagno- Esattamente come tutti i maschi che hanno avventure con altre donne e tuttavia insistono nell’affermare di amare solo la compagne e simili.

Non si colloca sullo stesso piano per quanto riguarda la qualità dell’amore. Sessuale nel maschio, di sentimento per la donna, così che, pur nell’uguaglianza proclamata in ambito di libertà. Resta la differenza fondamentale e importante tra uomo e donna.

E poiché l’amore è al centro della vita e della personalità umana e non a margine, ciò che vale per tutti consciamente o inconsciamente, si hanno nel romanzo di Rosetta Savelli. Da un lato – e in linea generale – la superficialità e materialità, dall’altro una visione del mondo ampia e profonda.

Nel mondo della donna libera e priva di pregiudizi tratteggiata dall’Autrice la materialità dell’amore conta ben poco. Contano invece i mondi ideali schiusi dalla potenza di tale sentimento che nella protagonista del racconto non si ferma. E comunque non si limita all’incontro sessuale che in sé risulta essere solo una piccola componente dell’eros, ma sa sviluppare la passione.

Anche in questo la donna nuova della Savelli si differenzia dall’opinione sulla donna che andava per la maggiore in passato e anche oggi è ancora presente in larga parte della popolazione soprattutto maschile. Quella riferita alla donna come incapace di vera passione che sarebbe stata riservata al maschio, alla potenza maschile.

Lombroso è un esempio noto di questa opinione. Secondo il suo pensiero totalmente misogino e frutto di scarsa razionalità, la passione erotica nella donna sarebbe frutto della sua immoralità. Così che cita, a sproposito, l’esempio di Eloisa che si sarebbe gloriata del titolo di meretrice di Abelardo, non capendo Lombroso neanche l’ambito espressivo di una tale affermazione provocatoria perché contro ogni pregiudizio. Mentre in realtà Eloisa amò Abelardo con un sentimento profondo di cui Lombroso mostra di non essere esperto, di non essere comunque a conoscenza.

La minore libertà in ambito sessuale che ha caratterizzato la donna del passato e ancora dell’attualità in civiltà arretrate democraticamente, veniva fraintesa addirittura come minore sensibilità sessuale delle donne. Mentre Rosetta Savelli espone con grande semplicità e razionalità di che cosa si tratti in realtà. Tutt’altro che effetto di minore sensibilità o frigidità, l’amore nella donna libera assume dimensione più ampia, più complessa e raffinata. Una dimensione che la protagonista di Iris e dintorni rivendica di poter vivere né più e né meno come i maschi, solo su un piano diverso e più ideale come diversa è la sensibilità e la visione del mondo della donna comunque libera rispetto a quanto presente nell’uomo.

Recensione di Rita Mascialino
Presidente del Premio Kafka Italia 2015

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Lamberto Salucco

(Firenze, 1972) – Sono un consulente informatico (ma laureato in Lettere Moderne), mi occupo di marketing (ma solo digitale), social media (ma non tutti), editoria (ma non cartacea), musica (ma detesto il reggae), formazione (ma non scolastica), fake news (ma non sono un giornalista), programmazione (ma solo Python), siti web (ma solo con CMS), sviluppo app (ma solo iOS e Android), bias cognitivi (ma non sono uno psicologo), intelligence informatica (ma solo OSINT), grafica 3D (ma niente CAD), grafica 2D (ma niente Illustrator), Office Automation (ma non mi piace Access).