Ennesimo capitolo della saga “Dove c’è Barilla c’è casa”: Spot Barilla Tokio del 1999. Altro capolavoro, altro successo.
A Roma, una madre e un padre ricevono la lettera del figlio che si è trasferito in Giappone, con annessa una foto. La madre è triste per la lontananza e il marito decide di organizzarel un viaggio a sorpresa nel paese del Sol Levante. Dopo un viaggio (lungo e non molto semplice) arrivano a casa del giovane ma forse hanno commesso un errore, visto che lì non c’è nessuno. Ecco che all’improvviso vedono la sua ragazza (nuora?) in giardino che li accoglie a casa. Per superare l’iniziale barriera linguistica e culturale, li aiuta a preparare un pasto a sorpresa per suo marito con la pasta Barilla che hanno portato dall’Italia. Al suo ritorno a casa, lo attende una doppia sorpresa.
Ancora l’ottimo tema di Roberto Molinelli. Ribadisco: non invidio chi dice che è troppo simile a quello di Vangelis. Inutili elucubrazioni che non vi fanno godere del risultato finale.
Scheda tecnica
- Agency: Young & Rubicam
- Creative director: Salvo Mizzi – Antonio Vignali
- Art Director: Antonio Vignali
- Copywriter: Salvo Mizzi
- Directed by: Berry Myers
- Director of photography: Dante Spinotti
- TV Producer: Gabriella Colombo
- Production Company: Film Master
- Music: “Barilla ‘99”, Roberto Molinelli and Andrea Griminelli
- Arrangement: Roberto Molinelli
- Interpreters: Patrick Lyster (father), Mary Raynolds (mother), Steven Clark (son), Tina Ory (girl)
- Location: Rome – Osaka, Kansai Airport – Kyoto
Un bel commento (Giovanni Martone)
“Il mondo cambia alla velocità della luce e le pubblicità raccontano di rapporti a distanza, partenze, famiglie lontane migliaia di km che mangiano le stesse farfalle e guardano la stessa stella.
Tokio99 non mi piaceva; la mia mente di ragazzino sta storia della globalizzazione proprio non la capiva. Genitori che partivano per andare a trovare figli che vivono lontano.
Stava cambiando il concetto di casa: non c’è più il ritorno a casa, non c’è più una sola casa.
Eppure Tokio 99 l’avrei capita anni dopo, quando sono partito e i miei sono venuti a trovarmi per la prima volta.
Gli occhi spaesati dei miei genitori e il mio impaccio iniziale, la voglia di fare bella figura.
Tutte le preoccupazioni si sono sciolte appena l’acqua ha iniziato a bollire.”