Era una notte di mezza estate a Firenze City quando Guendalina Mistery, Adalberto Nabucco e Supermegaboy entrarono al commissariato e svelarono al tenente Franco Cannone il segreto dei messaggi subliminali contenuti nei cd degli Impaled Saint, e lui ruttò soddisfatto posando il timballo e poi chiese chi diavolo fosse a puzzare come una renna, e Supermegaboy si scusò dicendo che era appena tornato dalla Lapponia e che non aveva avuto nemmeno il tempo di farsi una doccia, ma quando Cannone venne a sapere che in quella storia c’entrava la Atlas Records di Brutus Dexter, sbraitò di andarsene via ché non voleva sentire niente e prese a fare “…la, la, la… Non sento nulla…” tappandosi le orecchie con le mani, e Guendalina gli bloccò le braccia dicendogli che era suo dovere ascoltare la verità, e Cannone rispose che l’unico suo dovere era salvarsi il culo, perché Dexter era una delle personalità più potenti di Firenze City, anche più del sindaco Maramao Babonzi, insomma era impossibile mettersi contro di lui e poi elargiva sotto banco alla polizia buoni pasto e cesti per Natale, al che un agente gli fece notare che questo particolare era meglio che non si sapesse in giro, e poi Cannone concluse dicendo che la polizia aveva le mani legate e al massimo, se proprio insistevano, potevano chiedere qualche dritta su come portare
avanti le indagini ai suoi poliziotti, uno a scelta, tanto dicevano tutti le stesse stronzate, bastava che si togliessero di torno quanto prima perché doveva finire lo spuntino serale ed era impossibile mangiare con quel tanfo di renna, al che un agente disse che due giorni prima aveva visto un film in cui un uomo aveva comprato tutte le copie di un giornale porno perché là sopra c’era una foto della moglie nuda, e il tenente disse che in vita sua non aveva mai sentito una stronzata del genere e che si poteva considerare licenziato e che prima di andarsene però gli doveva lasciare il titolo del film, ma l’agente rispose che era solo un esempio per spiegare loro che per bloccare la Atlas Records e la musica degli Impaled Saint bastava far sparire dal mercato tutte le copie dei cd, e tutti allora si complimentarono e Cannone lo riassunse, e così Supermegaboy, Adalberto e Guendalina si scapicollarono dal distributore all’ingrosso di cd e lì un tizio prima di tramortire per il fetore di renna gli rivelò che potevano mettersi l’anima in pace perché le vendite degli Impaled Saint erano state un disastro e che i negozianti avevano rispedito indietro tutti i cd tranne tre copie, al che il genio informatico che era il più ferrato in scienze matematiche contando con le dita fece notare che due copie erano già in loro possesso perché acquisite dalla polizia e adesso si trovavano nel laboratorio segreto, e che quindi in giro ne rimaneva solo una, e allora Supermegaboy si rallegrò dicendo che era un buon risultato e che quindi avrebbe festeggiato tornando a casa a farsi una doccia, ma Guendalina lo bloccò dicendogli che era compito di un supereroe proteggere tutti i cittadini perché la giustizia non
fosse solo un concetto astratto ma qualcosa di tangibile e vivo, e intanto lo sforzo di seguire il discorso dell’eroina fece cadere Supermegaboy in un profondo torpore, ma proprio in quell’istante si ridestò il tizio del distributore che li rassicurò dicendo che ricordava bene le tre persone che avevano comprato i cd degli Impaled Saint, perché ogni volta aveva pensato guarda questi che musica di merda ascoltano, ed erano un ragazzo che viveva in un seminterrato, una ragazza che amava i frullati e una signora piuttosto scorbutica che si chiamava Lia Rottazzi, e quando Supermegaboy sentì quel nome si riebbe immediatamente e una miriade di ricordi e pensieri si affastellarono nella sua mente, e Adalberto gli mise una mano sulla spalla dicendogli che capiva bene la sofferenza di risentire quel nome, Lia Rottazzi, perché probabilmente ogni volta che sentiva pronunciare quel nome, Lia Rottazzi, era come sentire una ferita riaprirsi, e quindi, Lia Rottazzi sì o Lia Rottazzi no, doveva farsi forza e non pensare più a quel nome, Lia Rottazzi, né al modo in cui le parole Lia e Rottazzi venivano solitamente pronunciate una dietro l’altra, e il tizio del distributore chiese se per caso la conoscessero e Guendalina Mistery lo colpì con un violento gancio facendogli notare che sarebbe stata gradita un po’ di sensibilità, non è che uno pronuncia il nome di Lia Rottazzi così, né Rottazzi Lia sarebbe stato meglio, ma Supermegaboy la interruppe dicendo che comunque era suo dovere intervenire anche se quella donna gli aveva causato forti sofferenze, e così mentre una musichetta da filmone americano risuonava nell’aria e la luna splendeva in cielo e anche i denti bianchi dei nostri eroi risplendevano alla luce della luna, si recarono all’appartamento della Lia Rottazzi, e quando Supermegaboy rivide il palazzo dove viveva si commosse e una lacrima di nostalgia gli solcò la guancia e poi scorse sulla terrazza i suoi genitori ed ebbe un sussulto di gioia e stava per chiamarli, ma poi vide che con loro c’era un ragazzo che indossava i suoi vestiti e loro erano felici e ridevano e mangiavano baklava e brindavano col raki ed erano proprio un bel quadretto familiare, e il genio informatico gli
disse sconsolato che lui già lo sapeva ma non gli aveva detto niente per non farlo soffrire, e che in pratica adesso i suoi genitori avevano subaffittato la sua camera a uno studente turco che stava facendo un dottorato di agraria qui a Firenze City e andavano così d’accordo che avevano già intrapreso l’iter per l’adozione, e Supermegaboy si pulì la lacrima e disse che la vita andava avanti e che questo è il triste destino dei supereroi, poi fissò con occhi a fessura da gatto la finestra della Rottazzi e disse agli altri di seguirlo.
つづく