Era una sera di fine estate a Firenze City quando Geronima Pepper, fracassando inavvertitamente due vasi di ortensie nel retro del negozio di fiori all’angolo, trovò un enorme baccello verde e, pensando che potesse trattarsi di un grosso avocado maturo, decise di portarselo a casa per cucinarlo insieme ai gamberetti, ma intanto in quell’istante, nel Mugelloshire, Facundo Mostarda e Adalberto Nabucco raggiunsero il parcheggione del campo sportivo di Ronta Village e seguendo il profumino dei tortelloni all’aglione e l’ottimo aroma del Ronty Wine si fiondarono sotto un padiglione per mettersi in fila davanti alla cassa, e già sbavavano copiosamente quando si accorsero che la fila non scorreva e così Adalberto, liberandosi della saliva, chiese numi a un tizio che aveva davanti, ma quello si voltò e aveva lo sguardo perso nel vuoto e con forte accento ucraino disse che il genere umano aveva le ore contate, e Adalberto rispose che al momento la sua urgenza era capire se in quella fila fosse possibile fare lo scontrino anche per il bere, ma quel tizio ribatté che l’apocalisse del genere umano era in atto e che tra poco la Terra sarebbe stata invasa, quindi Adalberto si guardò in giro e fu allora che si accorse che tutti i presenti avevano lo sguardo imbambolato e con forte accento ucraino facevano uno strano suono con la bocca, tipo una nenia di “uh” e di “ah” semigutturali, allora Adalberto disse aFacundo che laggiù qualcosa non tornava e che forse era il caso di fare intervenire Supermegaboy, ma non fece in tempo a terminare la frase che gli “uh” e gli “ah” semigutturali s’interruppero e cadde un terribile silenzio, e tutti si voltarono a guardarli e li circondarono, finché si fece avanti un uomo alto con gli occhi sgranati che emise una specie di muggito, al che Facundo disse che se il problema era che i tortelloni al sugo erano terminati lui si sarebbe accontentato di qualche stecca di rosticciana, ma quello con voce cavernosa chiese cosa ci facessero due forestieri alla sagra di Ronta Village, e Adalberto rispose che gliel’aveva consigliata un signore, un certo Blast, che avevano incontrato in una villa su in paese, un tizio che aveva il suo stesso sguardo sgranato con le venuzze in rilievo, e Facundo si avvicinò per
guardarlo meglio e disse che sì, effettivamente aveva lo stesso sguardo di Blast, e che forse a Ronta Village girava qualche patologia oftalmica, ma quell’uomo sorridendo disse loro di chiamarsi Sdong e che erano i benvenuti a Ronta Village, al che Adalberto commentò che era la prima volta che sentiva un nome simile, ma l’uomo ribatté che il suo nome di battesimo era un tipico onomatopeico mugellese e che derivava dal suono di una fronte che colpisce un palo della luce, e Adalberto disse “Ah, capisco…” e Sdong continuò dicendo che gli abitanti del paese erano sempre ben disposti nei confronti dei turisti, bastava non porre domande inopportune sui misteriosi avvenimenti che accadevano da qualche tempo, e Adalberto rispose che a loro di quelle cose non importava niente e che erano interessati solo ai tortelloni e a un bicchiere di Chianti, ma Sdong grugnì impermalosito dicendo che li aveva già messi in guardia di non impicciarsi di cose che non li riguardavano e che se non la smettevano subito avrebbero fatto una brutta fine, e Facundo disse che c’era un fraintendimento, che loro volevano solo mangiare i tortelloni, al che Sdong s’infuriò e urlò che non dovevano ficcare il naso in cose che non li riguardavano né chiedere niente sulle vacche che venivano ritrovate squartate ogni mattina nei campi, né sulle misteriose luci che rapivano le persone che poi venivano ritrovate nude e in stato confusionale lungo la statale, né sugli enigmatici cerchi che venivano fatti sui campi di grano, e tutti intorno ripresero a fare gli “uh” e gli “ah” semigutturali, al che Adalberto sussurrò a Facundo che forse era il caso di fuggire, e così usando l’antica arte ninjutsu della fuga i due cominciarono a correre a perdifiato verso i campi, inseguiti dagli abitanti di Ronta Village, finché
passando davanti a un vecchio magazzino, vi s’imbucarono passando da una finestrella, e mentre Facundo ricadde sul pavimento, Adalberto fece un tuffo a bomba in un barile di birra che però era pieno di Ronty Wine bevendone una buona metà, al che Facundo tentò di tirarlo fuori dicendogli di fare silenzio ma Adalberto, tutto zuppo, brillo e sorridente, emise un rutto poderoso che oltre a provocargli fitte ulcerose rimbombò nell’intero edificio, e fu allora che Facundo vide passare un’ombra veloce alle sue spalle, quindi istintivamente si tolse le vesti per trasformarsi in Supermegaboy, e mentre Adalberto tornava in abluzione nel barile di vinello, il supereroe si lanciò all’inseguimento dell’ombra andando però a incocciare in una batteria di pentole, trascinandosele dietro per qualche metro, e mentre si liberava da padelle e pentolini si ritrovò davanti un supereroe mascherato che disse di chiamarsi Ecokid, di essere anche lui uno dei buoni e di essere lì per fermare l’invasione dei Deteuroni, alieni sbarcati da Venere per
invadere la Terra, e Supermegaboy disse che effettivamente il suo istinto da supereroe gli aveva fatto subodorare qualcosa di strano, al che Ecokid rispose che non avevano tempo per le spiegazioni, che doveva fidarsi di lui e aiutarlo a bloccare i camion di baccelloni giganti che da Ronta Village partivano verso tutte le grandi città perché al loro interno erano nascosti gli invasori spaziali, e fu proprio in quell’istante che a Firenze City, davanti al negozio di fiori all’angolo, Geronima Pepper riuscì a mettere in equilibrio sulla sua bici quello che lei chiamava ‘il grande e succulento avocado’.
つづく