Era un pomeriggio d’inizio autunno a Firenze City, quando l’auto con a bordo i nostri eroi si muoveva lungo le strade piene di baccelloni, e tutta la popolazione sembrava sparita, al che Ecokid ruppe il silenzio dicendo che forse i cittadini erano tutti fuggiti per la paura, e Blast rispose che probabilmente anche altre città erano state invase dai baccelli alieni e che la fine del genere umano era vicina, e Adalberto sospirò che quello era il tramonto della civiltà e che i baccelloni sarebbero giunti ben presto a maturazione, e Guendalina sentenziò che i Deteuroni che ne sarebbero usciti avrebbero distrutto tutto, e Supermegaboy disse che effettivamente – e non era certo per portare merda, ci mancherebbe! – gli alieni avrebbero conquistato il mondo, quindi tanto valeva fermarsi a sgranare qualche crostone al rigatino del Coco Ciccione, ché era proprio lì dietro, e tutti urlarono un entusiastico “E vai!”, e mentre Blast chiedeva se per caso si pagasse alla romana perché non aveva con sé molti contanti, l’auto inchiodò davanti alla trattoria e la combriccola ne uscì intonando una goliardica “Osteria numero cento”, ma quando furono seduti e col bavaglio al collo si accorsero che anche il locale era deserto, e Adalberto disse che infatti gli era sembrato strano trovare subito un tavolo libero, al che Guendalina Mistery scoppiò in un pianto drammatico dicendo che la società umana come loro la conoscevano stava collassando, e fu così che Ecokid sospirò gravemente e disse che se proprio insistevano, vista la tragicità della situazione, poteva provare a telefonare a casa per vedere se i suoi non c’erano e organizzare uno spaghetto al volo aglio e olio, e tutti si riebbero e annuirono felici, ma proprio in quell’istante udirono una vocina squillante provenire dal retro della trattoria, e subito Supermegaboy disse di nascondersi facendo silenzio assoluto, al che Blastsgusciò sotto il tavolo, Guendalina si lanciò verso le finestre e roteando su se stessa s’avvitò nelle tende, Ecokid lanciò alcune sedie mettendole in bilico una sull’altra e vi salì sopra con un balzo circense, Adalberto fece la ruota e andò a finire nello sportello aperto di un mobile e Supermegaboy con un balzo si lanciò verso il lampadario ma purtroppo inciampò sul portaombrelli e la sua pesante sagoma andò a sbattere violentemente contro il mobilone in castagno massello su cui si trovavano qualche centinaio di bicchieri, al che il credenzone con un
rumore da dinosauro oscillò e cadde pesantemente a terra con un gran fracasso di vetri schiacciando Supermegaboy, di cui rimasero visibili solo mani e piedi, quindi Adalberto si affacciò dallo sportelletto in cui era nascosto chiedendo se a quel punto fosse il caso di uscire, e prima che qualcuno potesse rispondere ecco che fece la sua comparsa Geronima Pepper con grembiulino e foulard in testa, e non appena vide i convenuti esclamò un “Ah, bene, i primi clienti” e chiese loro se preferivano stare dentro o sedersi a un tavolo all’aperto, e Blast uscì dal nascondiglio e disse che pensavano che la trattoria fosse chiusa a causa dell’invasione aliena e della prossima fine del genere umano, e comunque aggiunse che andava bene un tavolo dentro perché c’era un venticello fastidioso, e Guendalina srotolandosi dalle tende chiese come fosse possibile che quella trattoria fosse aperta nonostante la drammaticità del momento, e comunque chiese quale fosse il piatto del giorno e se si poteva avere intanto una caraffa di Ronty Wine, e Geronima Pepper rispose che quello di cuoca era in realtà il suo secondo lavoro, una specie di hobby retribuito, e che lei in realtà lavorava nel negozio di fiori all’angolo, e che era molto felice di avere a pranzo un gruppo di supereroi perché proprio quel giorno aveva sperimentato un nuovo piatto che aveva chiamato “Siluroni aglio e pepe”, ma che era anche un
po’ triste perché avrebbe voluto che con loro ci fosse Supermegaboy, perché era una sua grande fan, al che si sentì uno strano mugolio provenire da sotto il mobilone seguito da un “Eh, salve…”, ed Ecokid disse che là sotto c’era proprio Supermegaboy, e così Geronima saltò per la gioia e gli chiese se poteva fargli un autografo, e Supermegaboy rispose ancora “Eh, salve…” e allora Adalberto, preoccupato, gli chiese come stava e Supermegaboy rispose ancora “Eh, salve…” e Blast gli chiese se aveva bisogno di qualcosa e lui rispose ancora “Eh, salve…”, e allora capirono che o la botta era stata alquanto forte oppure si vergognava della presenza di Geronima Pepper, ma poi conclusero che fondamentalmente non gliene fregava niente e Guendalina propose di sedersi ad assaggiare questi siluroni aglio e pepe, e così Geronima portò il vassoio e tutti si lanciarono a sgranare come lupi e bevvero come fontane, e fu solo quando si litigarono i resti dell’ennesimo vassoio che Blast disse che quegli strani cosi oblunghi gli ricordavano qualcosa, ma non sapeva che, e Geronima disse felice che si trattava di una specie di baccelli che aveva trovato in gran quantità in strada e che nello stesso istante tutte le altre trattorie della città li stavano cucinando, addirittura al ristorante cinese accanto che si chiamava “Da Sciù Sciù” li servivano con tofu e gelato fritto, e Adalberto saltò sulla sedia dicendo che quella era stata un’idea fantastica, che anzi per ripulire la città potevano organizzare anche una sagra e propose un cin cin alla cuoca, e tutti urlarono “Salute!” tranne Supermegaboy che disse “Eh, salve…”
つづく