Supermegaboy – Ep. 23: “Gozzallo no Gyakushū VS Supermegaboji”

supermegaboy episodio 23 hollywoodEra una notte d’inizio autunno a Firenze City, pace e silenzio regnavano a Cascine Park, di tanto in tanto s’udivano il verso dell’allocco e il gracidare delle rane, un pulmino sterzò durante il puttan tour, la città sembrava dormire, c’era solo un’auto parcheggiata lungo un vialone alberato, un po’ in disparte, a pochi metri dal greto dell’Arno, sotto un cielo stellato, e al suo interno si muovevano due figure, “Lasciami, Gianlucantonio!” urlò la ragazza sottraendosi all’abbraccio dell’uomo, e dopo essersi rassettata alla bell’e meglio il babydoll trasparente e le calze a rete, si tolse uno degli stivali color vinaccia con tacco a spillo da trentacinque centimetri e glielo brandì davanti al naso, “Per chi mi hai preso? Solo perché siamo da soli in quest’auto in piena notte… Solo perché sono vestita in un modo un po’ estivo… Solo perché ho detto che questa canzone alla radio mi eccita… Solo perché ti ho detto che indosso un brasilianino zebrato e che volevo mostrartelo… Non capisco cos’è che ti fa credere che voglia scopare con te!”, al che il ragazzo la guardò con occhi supplichevoli, “Scusami se ti ho frainteso, Patty”, e lei s’inalberò, “Non chiamarmi Patty!”, ma lui continuò a pregarla, “Patty, ti prego, lo sai cosa provo per te, sono tre anni che ti chiedo di uscire e poi, non per sembrarti materialista ma pensavo che questa sera, dopo la cena avignonese nella villa medicea, i tulipani di Keukenhof, l’anello con rubino birmano…” ma Patrizia gli mostrò ancora il tacco della scarpa, “E allora? Credi di potermi comprare con i soldi?”, al che Gianlucantonio disse che voleva solo un bacio, nient’altro,ma Patrizia gli disse che era un bastardo, si asciugò gli occhi, “Voi uomini siete tutti uguali! Pensate di approfittarvi di noi povere donne solo perché abbiamo la cortesia di accettare qualche regalino, e poi hai anche un nome di merda…”, quindi aprì la portiera dell’auto e uscì correndo nel buio della notte, e a niente servirono i richiami del ragazzo “Aspetta, Patty, fermati!”, “Lasciami stare, ti odio!” urlò Patrizia allontanandosi, “Ma c’è un burrone davanti a te…” fece in tempo a dire il ragazzo, quando un urlo argentino lacerò la calma notturna, e calò nuovamente il silenzio, al che Gianlucantonio non sentendo più niente decise di accendere i fari, poi uscì dall’auto e si affacciò dal dirupo che degradava a picco verso il greto dell’Arno, e là sotto, a metà pendio, a una decina di metri dai ciottoli appuntiti e dalle impetuose acque dell’Arno, c’era Patrizia, rimasta miracolosamente aggrappata con una mano a una radice che sbucava dal terreno, e Gianlucantonio notò che nella caduta la minigonna si era sfilata e che lei supermegaboy episodio 23 sondaggioera rimasta a penzolare al chiarore della luna in reggicalze e mutandine di pizzo veneziano, “Mi avevi detto che indossavi un brasilianino zebrato” esclamò lui, ma Patrizia in tutta risposta urlò inferocita, e allora Gianlucantonio le disse di aspettare perché il suo cellulare non prendeva, magari poteva andare in auto a cercare aiuto, gli era sembrato di aver visto un bar aperto non distante da là, “Che diavolo dici, idiota!” urlò allora Patrizia che poi cominciò a piangere pregandolo di tirarla su al più presto perché non aveva più forze per tenersi alla radice, e così Gianlucantonio si distese a terra e allungò un braccio nel vuoto, e per un istante sfiorò le dita della ragazza, “Non ci riesco…” esclamò, e a causa di un brusco movimento, una zolla di terra rotolò verso il basso colpendo Patrizia sul volto, e “Ummmhhthhhe” fece lei, “Patty, amore, non capisco cosa stai dicendo… Cosa devo fare?” esclamò Gianlucantonio preoccupato, al che Patrizia riuscì, sputando, a togliersi la zolla di bocca, “Vaffanculo, tirami su!”, e così Gianlucantonio si distese a terra allungando il più possibile il braccio verso il basso, e il dolore  era così forte da fargli uscire le lacrime, finché all’improvviso riuscì ad afferrarle un dito, poi la mano, “Ecco, ci sono quasi…” e con uno sforzo sovrumano la tirò su, e quando furono in salvo i due rimasero a terra, gli sguardi rivolti al cielo stellato, ansimando per la fatica e per il terrore, “Grazie” sussurrò poi Patrizia avvicinandosi, “Mi dispiace per quello che ti ho detto prima, non lo pensavo veramente, e anche il tuo nome non è poi così orribile, ma lo sai come siamo noi donne quando c’incazziamo. E non credere che non mi sia accorta di tutto quello che fai per me ogni giorno, di quando al lavoro compili le pratiche al posto mio, dei fiori che mi arrivano a casa, delle ricariche sul cellulare, della notte che hai fatto in ospedale a mia madre quando si è operata d’appendicite lo scorso mese… E questa sera mi hai anche salvato la vita! E poi voglio che tu sappia che anche se sono andata a letto con tutti i ragazzi dell’ufficio tranne che con te, questo non significa niente. E comunque, anche se forse me ne pentirò, ho deciso che adesso diventerò tua” soggiunse poi, e Gianlucantonio sorrise, le lacrime agli occhi, e mentre Patrizia si toglieva il reggicalze in pizzo veneziano, lui si mise in ginocchio, come a ringraziare il cielo, volse lo sguardo alle stelle “Stasera si avvera il sogno della mia vita. E questa volta niente al mondo potrà mettersi tra di noi…” ma proprio in quell’istante un grugnito lacerò l’aria e un’enorme zampa pelosa gli staccò di netto la testa che, senza perdere il sorriso paradisiaco stampato sulle labbra, rotolò dentro un cespuglio, al che dal busto di Gianlucantonio cominciarono a zampillare litri di sangue sul volto spaurito di Patrizia, che si toccò i capelli chiedendosi se il supermegaboy ep23 - Gozzallosangue le avrebbe rovinato il colore che aveva fatto quel pomeriggio dal parrucchiere, poi una specie di enorme nutria si alzò sulle zampe posteriori latrando come un lupo inferocito, e per un attimo l’aria sembrò fermarsi e proprio all’altezza dell’inguine del mostro apparve la scritta GOZZALLO in rosso, e il suo mostruoso verso si sparse su una Firenze City addormentata, e fu allora che Adalberto Nabucco aprì gli occhi.

つづく

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Lamberto Salucco

(Firenze, 1972) – Sono un consulente informatico (ma laureato in Lettere Moderne), mi occupo di marketing (ma solo digitale), social media (ma non tutti), editoria (ma non cartacea), musica (ma detesto il reggae), formazione (ma non scolastica), fake news (ma non sono un giornalista), programmazione (ma solo Python), siti web (ma solo con CMS), sviluppo app (ma solo iOS e Android), bias cognitivi (ma non sono uno psicologo), intelligence informatica (ma solo OSINT), grafica 3D (ma niente CAD), grafica 2D (ma niente Illustrator), Office Automation (ma non mi piace Access).
 

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