Supermegaboy – Ep. 26: “L’urlo di Gozzallo”

Era un pomeriggio di metà autunno a Firenze City, quando Supermegaboy e Adalberto Nabucco gironzolavano a Cascine Park alla ricerca di prove, nel luogo in cui si diceva che fosse apparso il mostro la prima volta, lungo il greto dell’Arno, finché il genio informatico si bloccò, scrollò tristemente la testa e disse che purtroppo non c’era niente da rilevare e che anzi era meglio andarsene, anche perché in quel posto c’erano solo sassi e grandi buche a forma di zampa con tre dita, e fu solo quando Supermegaboy cadde per l’ennesima volta in una di quelle buche esclamando “Ma chi diavolo può avere piedi così grossi?”, che Adalberto ebbe l’illuminazione, “Forse queste non sono buche naturali ma impronte lasciate dal… mostro!”, e Supermegaboy rimase così stupefatto dall’intuizione dell’amico che cadde in un’altra buca, e così cominciarono a scattare qualche fotografia e a fare delle misurazioni, quando nell’obiettivo della macchina fotografica di Adalberto comparve una ragazza vestita da coniglietto che si muoveva furtiva tra le impronte, “Oh, scusate, pensavo di essere sola ma voi siete… Acc, ma voi siete Supermegaboy e Adalberto Nabucco, i famosi paladini della giustizia!” esclamò lei sorpresa, e subito i due le corsero incontro ma Supermegaboy cadde in un’altra buca, “E perché siete qua?” chiese lei preoccupata, “Siamo qui per indagare sul misterioso mostro dell’Arno” rispose Adalberto prendendole la mano “Piuttosto, ehm, graziosa fanciulla, qual è il tuo numero di cellulare?”, “Oh, allora anche voi lo state cercando…” sospirò lei, e a quelle parole Adalberto supermegaboy - episodio 26 - Black Apopisaltò su e Supermegaboy uscì dalla buca, “Scusate, non mi sono presentata… io sono lacassiera del Black Apopi, il negozio di animali, è per questo che sono vestita così da coniglietta, supermegaboy - episodio 26 - ormee siccome amo molto tutti i generi di pet, sono molto interessata a quel dolce e indifeso animale che vive nell’Arno e che di tanto in tanto sale sul greto a prendere una boccata d’aria fresca ma, visto il gran trambusto delle ultime ore, ho paura che qualcuno possa spaventarlo”, “Spaventarlo?” esclamò Supermegaboy “Ma quel mostro non è un semplice pet, ha già ucciso due persone e se non lo fermiamo ucciderà ancora!”, a quelle parole la ragazza assunse un’espressione incollerita “Scusate, devo tornare al mio negozio”, “Aspetti, signorina!” urlò Adalberto tentando di trattenerla “Abbiamo bisogno del suo aiuto, noi non siamo animatologi o bestiologi o come diavolo si dice, vorremmo sapere cosa pensa di questo mostro e già che c’è avere il suo numero di cellulare…”, ma Black Apopi si voltò con un’agilità sorprendente bloccando il braccio di Adalberto, “Quello non è un mostro, ma un animale alto quasi venti metri che si chiama Gozzallo!” esclamò arrabbiata “E se volete un consiglio, stategli alla larga perché anche se è mansueto, può arrabbiarsi e diventare pericoloso… come me!” e con un triplo salto mortale saltò in sella alla sua moto, l’accese e sgommando scomparve, al che Supermegaboy disse che era molto strano vedere una cassiera fare certe cose e che forse quella timida ragazza nascondeva qualcosa, “E comunque non ci faremo certo intimidire da una ragazzina vestita da coniglietto…” ridacchiò Adalberto, e Supermegaboy sbuffò divertito “Figuriamoci! E poi che nome… Gozzallo!”, “Aiuto… arriva Gozzallo!” e scoppiarono tutti e due a supermegaboy - episodio 26 - tramridere e a darsi colpetti sulla spalla, quando all’improvviso si alzò un terribile verso che fece tremare i rami degli alberi, al che, un istante dopo, Supermegaboy e il genio informatico si ritrovarono in auto, seduti e con le cinture di sicurezza già inserite, e si guardarono intorno fischiettando come se niente fosse, “Ah, anche tu sei qui?” chiese Supermegaboy mentre una goccia di sudore gli solcava la fronte, “Uh, sì, mi sentivo un po’ stanco e così ho pensato di riposarmi un istante sul sedile…” sospirò Adalberto, ma non riuscì a finire la frase perché ancora una volta nell’aria fredda si alzò il terrificante verso, e poi si udirono dei potenti passi che scuotevano il terreno, anche l’auto sobbalzava come fosse di gelatina, “Ehm, non credo siano i lavori per la tramvia…” disse Adalberto deglutendo, e i colpi mastodontici si facevano sempre più vicini, finché Supermegaboy vide comparire dietro il suo finestrino un grande occhio, “Non ti voltare, ma credo che sia qui vicino a noi, e che ci stia guardando” sussurrò Supermegaboy tentando di rimanere fermo e guardando dritto davanti a sé come se niente fosse, “L’importante è non fare gesti improvvisi che possano spaventarlo o, ancor peggio, farlo arrabbiare” rispose Adalberto anche lui con lo sguardo fisso davanti a sé, e trascorsero alcuni minuti, e Gozzallo continuava a scrutarli col suo occhione dal vetro del finestrino, finché supermegaboy - episodio 26 - in macchinaSupermegaboy sussurrò che c’era un problema non da poco, “Devo fare uno starnuto”, Adalberto deglutì pregandolo di resistere “Ti prego, non farlo”, “Non ce la faccio” rispose Supermegaboy e lentamente si portò un dito al naso, ma a quel movimento Gozzallo sbuffò come un tuono e l’automobile ondeggiò, e Adalberto lo pregò di stare immobile, “Non preoccuparti, è passato…” rispose Supermegaboy con un sorriso, ma un istante dopo il suo volto si contrasse in una smorfia, “Aiut…”, ed esplose in un forte starnuto.

つづく

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Lamberto Salucco

(Firenze, 1972) – Sono un consulente informatico (ma laureato in Lettere Moderne), mi occupo di marketing (ma solo digitale), social media (ma non tutti), editoria (ma non cartacea), musica (ma detesto il reggae), formazione (ma non scolastica), fake news (ma non sono un giornalista), programmazione (ma solo Python), siti web (ma solo con CMS), sviluppo app (ma solo iOS e Android), bias cognitivi (ma non sono uno psicologo), intelligence informatica (ma solo OSINT), grafica 3D (ma niente CAD), grafica 2D (ma niente Illustrator), Office Automation (ma non mi piace Access).