Era un pomeriggio di metà autunno a Firenze City, quando Supermegaboy e Adalberto Nabucco erano chiusi nella loro automobile, e tentavano di rimanere immobili per non fare innervosire Gozzallo, che intanto li guardava da dietro il finestrino, ma d’improvviso Supermegaboy starnutì, malgrado il genio informatico lo avesse pregato di trattenersi, al che Gozzallo ebbe una reazione alquanto violenta, e il suo terribile verso fece tremare tutti gli alberi di Cascine Park, poi il mostro afferrò l’auto in cui si trovavano i due eroi e la sollevò da terra pronto a scaraventarla verso il fiume, e fu in quei terribili momenti di terrore che Adalberto guardò Supermegaboy e gli disse: “Caro amico, se non dovessi farcela, ti lascio i miei averi, che si trovano nel terzo cassetto della quarta scrivania a partire da destra rispetto al bagno nel laboratorio segreto”, e Supermegaboy lo ringraziò con le lacrime agli occhi dicendogli “Grazie, non c’ho capito un kaiser ma apprezzo il pensiero. Io invece ti lascio le chiavi del mio appartamento, che però non so bene dove sia. E già che ci siamo, caro amico, ti confesso che l’ombrellino verde a cui tenevi tanto, quello che si apriva pigiando il bottoncino a forma di ape… be’, insomma, non è stato il postino a romperlo, come ti avevo raccontato, ma sono stato io, per schiacciare una zanzara”, al che il volto di Adalberto s’infiammò “Brutto bast…” e già stava per afferrare Supermegaboy per il collo, quando Gozzallo dette un violento scossone all’auto e l’alzò in aria, e i nostri eroi urlarono ormai rassegnati a fare un lunghissimo volo e a morire schiacciati all’interno dell’abitacolo, e urlarono ancora, e poi urlarono un’altra volta, e dopo un minuto chestavano urlando si resero conto che l’auto non era andata a schiantarsi sul greto del fiume né contro un albero, “Ma come mai non siamo ancora morti?” esclamò Adalberto facendo cenno a Supermegaboy di smetterla di urlare, “Cosa diavolo è successo?”, e così si affacciarono dai finestrini e si accorsero con grande stupore che l’auto era di nuovo a terra, ma soprattutto che intorno a loro si muovevano freneticamente dei militari in tenuta anti-sommossa, al che Adalberto uscì dall’auto e bloccandone uno gli chiese cosa stesse accadendo e dove fosse finito Gozzallo, e il militare gli indicò un punto alle sue spalle “Guardi là, signore”, al che il genio informatico si voltò e alzando le braccia per lo stupore vide il mostro rinchiuso in un’enorme gabbia, con le zampe immobilizzate grazie a mastodontiche catene d’acciaio, e mentre Gozzallo emetteva il suo terribile urlo, uno scienziato in camice bianco e i capelli grigi spettinati a metà tra Zichichi e Maurizio Vandelli dell’Equipe 84 gli fece una grande iniezione che lo fece stramazzare, e Adalberto non sapeva che pensare, un nugolo di sentimenti contrastanti si mossero nella sua testa, perché da una parte era felice di essere sano e salvo, ma dall’altra era triste per quello che stavano facendo a Gozzallo, che in fin dei conti non è che avesse creato seri danni a Firenze City, aveva solo abbattuto qualche albero e staccato la testa a un idiota, e così Adalberto stava per andare verso la gabbia a fermare lo scienziato “Ehi tu, Maurizio…”, quando la mano di Supermegaboy lo fermò, “Guarda chi c’è dietro questa storia…”, e fu allora che Adalberto vide tra i militari due figure note, il sindaco Maramao Babonzi e il magnate Brutus Dexter che ridacchiavano felici davanti a dei grandi fogli, “Cosa state facendo? Lasciate in pace quell’animale!” urlò il genio informatico tentando di avvicinarsi, ma i militari gli bloccarono il passo, “Ah, guardate un po’ chi abbiamo qui…” sorrise Babonzi “Il dottor Nabucco, paladino delle cause perse, e il suo amico mascherato. Non siete troppo grandi per giocare ai supereroi? Comunque, se proprio ci tenete a saperlo, non torceremo un pelo al vostro amico, tutt’altro… per lui abbiamo un progetto straordinario, diventerà una grande star!”, “Non ci fidiamo di voi, siete malvagi e maligni!” urlò Supermegaboy incollerito, “Uhm, lo prenderò come un complimento, ma…” sbuffò Brutus Dexter, che però si fermò interdetto a scrutare Supermegaboy “Che strano, tu sei anonimo in tutto, anche nel tono della voce, eppure mi sembra di conoscerti, è come se ci fosse qualcosa di familiare in te… Non è che hai qualche fratello o cugino che lavora nel mio giornale, il Florence City Telegraph?”, “Ehm, veramente io…” balbettò Supermegaboy, “Il fatto è che c’è un bastardo, di cui adesso non ricordo il nome, che non si presenta mai al lavoro e nessuno se ne accorge perché è troppo anonimo” ringhiò Brutus “Comunque la verità è che stiamo organizzando lo spettacolo più grande del mondo!” esclamò Maramao Babonzi, e con un gesto plateale srotolò una locandina in cui c’era Gozzallo sul palco di un grande teatro e accanto a lui un domatore nano con cilindro che aveva le sembianze di Diabolico Rufus, il mago alchimista, “Che strano” sorrise Adalberto “Questo domatore nano con cilindro sembra Diabolico Rufus”, “Infatti è lui, è stata sua l’idea!” rispose Maramao “E questo spettacolo porterà nelle casse del Comune tanti fantastilioni di euro”, “Ma non potete fare questo a Gozzallo, dovete lasciarlo libero… e poi Diabolico era dentro perché faceva esplodere le suore!”, “Basta così!” esclamò Brutus e fece cenno ai militari di allontanarli.
https://www.youtube.com/watch?v=QxCkB9b4xmM
Adalberto, Supermegaboy e Guendalina sono sull’astronave. “Godetevi il viaggio e rilassatevi” dice Hal 9001...
Lamberto Salucco
(Firenze, 1972) – Sono un consulente informatico (ma laureato in Lettere Moderne), mi occupo di marketing (ma solo digitale), social media (ma non tutti), editoria (ma non cartacea), musica (ma detesto il reggae), formazione (ma non scolastica), fake news (ma non sono un giornalista), programmazione (ma solo Python), siti web (ma solo con CMS), sviluppo app (ma solo iOS e Android), bias cognitivi (ma non sono uno psicologo), intelligence informatica (ma solo OSINT), grafica 3D (ma niente CAD), grafica 2D (ma niente Illustrator), Office Automation (ma non mi piace Access).