Era una mattinata di mezza primavera a Firenze City, e Adalberto Nabucco se ne stava tutto concentrato a lavorare a una scrivania del suo laboratorio segreto mentre Facundo Mostarda girellava in costume sciaguattando provette colorate, premendo pulsanti, abbassando leve, costruendo aeroplanini con documenti pieni di formule e facendo risuonare le lenti ottiche con l’indice bagnato di saliva, finché Adalberto gli disse di farla finita ché gli aveva incatramato i coglioni e Facundo gli rispose che si stava annoiando e che forse era il caso di passare all’azione andando a cercare qualche supercattivo, e allora Adalberto gli disse che anche se adesso aveva dei superpoteri non poteva considerarsi un vero supereroe, doveva prima svolgere uno speciale addestramento e imparare le arti marziali tipo caratè e giùdo e cunfù e anche il giuggìzzu, e allora lo scrutò con aria seria e Facundo ricambiò lo sguardo ed entrambi si strinsero sulla fronte due bandanine bianche con un sole rosso in mezzo, e il genio informatico gli chiese se era pronto a fare propri i sacri principi delle arti marziali, a entrare in contatto spirituale con gli antichi maestri che si muovevano come il vento e colpivano come la tempesta, a spalancare il suo cuore per ricevere l’antica arte della guerra grazie alla quale avrebbe potuto affrontare i supercattivi come il terribile Brutus Dexter, e Facundo disse di tagliare corto, che adesso era lui a incatramargli i coglioni, e poi chiese chi fosse questo Brutus Dexter che glielo nominava da quando si erano incontrati in viale Morgagni, e Adalberto rispose che Brutus Dexter era uno dei più pericolosi supercriminali con cui avrebbe dovuto combattere, un supercattivo che voleva schiacciare l’umanità sebbene agli occhi della gente apparisse come un benefattore, ma adesso basta con le chiacchiere ché doveva realizzare la supertuta di Supermegaboy, avrebbe saputo tutto a tempo debito, e allora Facundo si zittì, guardò verso l’orizzonte e una leggera brezza gli carezzò il ciuffetto in testa ed esclamò che era pronto a sottoporsi a qualsiasi tipo di addestramento pur di diventare un vero supereroe beniamino del Bene, e allora Adalberto gli mise in mano il Vetril e uno straccetto e gli disse che poteva cominciare a pulire le vetrate in fondo al laboratorio e poi ripulire tutte le boccette e le provette, e Facundo ci rimase di merda è inutile negarlo, si aspettava un allenamento un po’ diverso, ma non fiatò e strofinando di gomito fece brillare le vetrate e le boccette e le provette, e dopo tre ore tutto soddisfatto tornò da Adalberto per cominciare il vero addestramento da supereroe ma quello senza alzare lo sguardo gli mise in mano la cera d’api e gli disse di pulire il cotto in terra e Facundo non protestò, si fece da una parte e cominciò chino a lustrare le mattonelle, e dopo tre ore tutto soddisfatto tornò da Adalberto per cominciare il vero addestramento ma quello senza alzare lo sguardo gli mise in mano lo sgrassatore universale a spruzzo e gli indicò il cesso in fondo al laboratorio, pregandolo di prestare particolare attenzione ai grumi organici che impedivano all’acqua di defluire correttamente sul fondo della doccia e del bidè, e Facundo non protestò, andò in bagno e strofinò così tanto che alla fine luccicava, e dopo tre ore tutto soddisfatto tornò da Adalberto per cominciare il vero addestramento ma quello senza alzare lo sguardo gli mise in mano pennellessa e secchio di vernice pregandolo di stare attento a non gocciolare negli angoli e di mettere nella tintura una puntina di verde, e Facundo non protestò, ricoprì il pavimento di giornali, preparò la vernice e si fece un cappellino da imbianchino e cominciò a dar di gomito, e dopo tre ore tutto soddisfatto tornò da Adalberto per cominciare il vero addestramento ma quello gli mise in mano un sacco con del mangime e un imbuto di metallo dicendogli che le oche per il fuagrà erano nello stanzino e che avrebbe potuto servire la cena verso le otto, e Facundo a quel punto s’incazzò e disse che lui non avrebbe più mosso un dito, o iniziavano l’addestramento o se ne andava immediatamente, ma Adalberto gli si parò davanti e con sguardo ironico gli disse che era proprio uno sciocchino e che l’addestramento era praticamente finito, e Facundo lo scrutò stupito e disse di non capire, ma prima che potesse aggiungere altro Adalberto estrasse dalla tasca un nunciàco e urlando uno “Iatà!” glielo fracassò sullo stinco e Facundo muggì dal dolore e s’accasciò a terra e Adalberto gli disse che era un coglione perché non era riuscito a fermarlo, e Facundo ancora piegato dal dolore gli chiese se per caso non fosse impazzito, ma Adalberto gli intimò di rialzarsi e Facundo faticosamente tornò in piedi e lo pregò di non colpirlo di nuovo, ma il genio informatico gli disse che avrebbe potuto schivare il colpo senza problemi se avesse fatto ‘dai il Vetril e togli il Vetril’, e così dicendo partì col nunciàco verso il suo stinco ma questa volta Facundo mimando il gesto dello strofinamento ‘dai il Vetril togli il Vetril’ bloccò i colpi senza problemi, e poi Adalberto provò a colpirlo con delle lame che gli uscirono dai piedi ma Facundo mimò il gesto di ‘dai la cera d’api e togli la cera d’api’ e le bloccò, e poi mimò il gesto di ‘dai lo sgrassatore universale e togli lo sgrassatore universale’ e ‘dai la vernice e togli la vernice’ bloccando ogni tentativo di attacco, e Facundo rideva felice respingendo ogni colpo e non credeva ai propri occhi ed era fiero di aver appreso l’antica arte della guerra, finché Adalberto fece partire un colpo di nunciàco tipo frizzino con asciugamano che lo centrò in pieno nei coglioni, un colpo subdolo che Facundo non riuscì a bloccare perché ci voleva il ‘dai il mangime all’oca e togli il mangime all’oca’, ma lui non aveva voluto ingrassare l’oca per il fuagrà e quindi non l’aveva imparato, e così mentre il supereroe si rotolava a terra senza fiato, Adalberto si congratulò con lui per i progressi fatti, annunciandogli ufficialmente che l’addestramento era quasi concluso e promettendogli che tra poche ore avrebbe indossato la nuova supertuta.
Funzioni base
Continuiamo il discorso sulle funzioni, mi pare il momento giusto. La struttura di...
Lamberto Salucco
(Firenze, 1972) – Sono un consulente informatico (ma laureato in Lettere Moderne), mi occupo di marketing (ma solo digitale), social media (ma non tutti), editoria (ma non cartacea), musica (ma detesto il reggae), formazione (ma non scolastica), fake news (ma non sono un giornalista), programmazione (ma solo Python), siti web (ma solo con CMS), sviluppo app (ma solo iOS e Android), bias cognitivi (ma non sono uno psicologo), intelligence informatica (ma solo OSINT), grafica 3D (ma niente CAD), grafica 2D (ma niente Illustrator), Office Automation (ma non mi piace Access).