Era una mattina di fine primavera a Firenze City quando Facundo Mostarda, indossati i panni dell’uomo anonimo, con un paio di occhiali anonimi sulla faccia e una riga anonima in mezzo ai capelli, se ne stava a spiare da lontano il negozio di fiori all’angolo e sospirava ogni volta che Geronima Pepper usciva inciampando sulla soglia rialzata o andava a sbattere con la fronte sulla porta a vetri chiusa o se la richiudeva alle spalle tranciando di netto mazzi di fiori, ma l’adorazione mistica di stampo persiano che aveva rapito Facundo fu interrotta dall’arrivo di Adalberto Nabucco che gli si fece vicino e, senza degnarlo di uno sguardo, cominciò a guardarsi intorno perplesso come se stesse aspettando qualcuno, al che Facundo gli chiese se si sentisse bene e a quelle parole il genio informatico lo guardò interrogativo chiedendogli chi fosse e allora Facundo gli raccontò chi era e tutto quello che era avvenuto nei giorni precedenti, e Adalberto dopo qualche istante di esitazione lo riconobbe e batté le mani felice perché il suo piano di farlo diventare un uomo anonimo stava funzionando alla perfezione, ché neanche lui l’aveva notato né riconosciuto, e per testare ancor di più la sua capacità di diventare anonimo gli chiese di raccontargli qualcosa, e allora Facundo acconsentì lieto e raccontò qualcosa di sé, della sua vita, e Adalberto già alle prime parole ebbe un pesante svarione di sonno, tanto che la sua testa crollò su un traliccio della rete elettrica ma poi si riprese subito e con l’ematoma stampato in fronte si complimentò con Facundo per la noia e l’anonimato di ciò che riusciva a raccontare, sembrava quasi un altro superpotere, e Facundo gli disse che veramente lui aveva sempre parlato così anche prima che la Rottazzi gli gettasse quella brodaglia ustionante o che ingurgitasse il distillato all’anice dei frati, e comunqueAdalberto gli disse di aspettare un istante ché voleva comprare una copia del giornale perché quella mattina in città non si faceva altro che parlare del misterioso supereroe mascherato che la notte precedente aveva messo in fuga una ghenga di feroci teppisti e allora il genio informatico andò all’edicola, comprò una copia del Florence City Telegraph e tornò, e poi cominciò a guardarsi intorno grattandosi la nuca e Facundo gli chiese se si sentisse bene, al che Adalberto lo scrutò interrogativo chiedendogli chi fosse, e Facundo sbuffò dicendogli che si stava mantecando i testicoli, ché era la quinta volta che quella mattina non lo riconosceva e ogni volta gli toccava riraccontare tutta la storia, e quando il genio informatico lo riconobbe si complimentò ancora con lui per l’anonimato e guardarono insieme il giornale su cui campeggiava la sagoma scura di Supermegaboy, gambe divaricate e mani sui fianchi, ma rimasero a bocca aperta quando sull’articolo di fondo a firma B.D. lessero che due suore erano esplose in pieno giorno nei pressi della Santissima Annunziata
つづく